martedì 30 maggio 2023

Ma così la Segretaria la schierate

ROSETO. Diciamolo subito: questa è una questione di forma; se volete di stile istituzionale. E se è vero che in democrazia la forma è sostanza, essa non interessa né può interessare il grande pubblico. Non di meno, però, rimane d'interesse.

Dunque si notano in quasi tutte le sedute del consiglio comunale di Roseto, dei puntuali interventi della segretaria generale, dottoressa Raffaella d'Egidio (foto). Anche questa sera, appena il consigliere Francesco di Giuseppe (Fratelli d'Italia) ha lamentato un ritardo di convocazione e di trasmissione d'atti (e non è la prima volta), ecco immediata la parola passata dalla presidente d'Aula, Gabriella Recchiuti, alla Segretaria. La quale ha giustificato (anche se pare non l'abbia negata nella sostanza) ma quindi, di fatto, rigettato la contestazione di Di Giuseppe.

Non parliamo di quel che successe con la storia degli emendamenti, dove gli interventi della segreteria furono molto significativi. A volte, addirittura, la parola viene passata alla segreteria in modo quasi informale.

Ora, siccome per casualità, le tesi proposte dalla Segretaria coincidono in pratica costantemente con gli assunti per loro natura intinseca politici della maggioranza e quindi smentiscono le osservazioni elaborate dall'opposizione; di fatto si diceva, pur senza espressa volontà, questo continuo intervenire finisce – si ripete in linea fattuale – per assumere una rivelanza politica. E non credo che ciò contribuisca alla “normalità” di una dialettica consiliare.

Ecco, in altri tempi gli interventi in Aula di quelle che nelle intenzioni dell'assetto istituzionale sono figure di garanzia erano rarissimi. Perché appunto quello è un ruolo da “dietro le quinte”. E perché, in breve, l'uso di quella prerogativa usura la prerogativa stessa se ripetuta in modo sistematico. La presidente d'Aula, perciò, forse farebbe bene a farsi spiegare per bene le cose e rispondere lei direttamente all'eventuali contestazioni, visto che è la figura politico-istituzionale delegata.

D'accordo, siamo in un consiglio comunale di una piccola città. C'è conoscenza ed amicizia reciproca. È difficile conservare la distanza formale dei ruoli. Però, non sembra molto bella un'interpretazione così interventista di un ruolo tecnico.

Elly come Marco?

ROSETO. Elly Schlein mi è simpatica. Lo scrissi quando venne eletta segretaria del Pd. Lo confermo ora. Anche se non la voterei mai. Appartengo infatti alla categoria degli ex-elettori, come li chiama Antonio Padellaro nel suo ultimo libro. Anch'io infatti sono, felicemente devo ammettere, un ex-elettore di sinistra.

Quando penso alla simpatica Elly, tuttavia, nel mio pensiero compare un'immagine. Quella di un mondo pieno di lavoratori sfruttati e di pochi ricchi sfruttatori. Dove però vivono felici pesciolini rossi e uccellini colorati, a patto che permettano lupi, orsi e cinghialoni vari liberi di pascolare in città. Questo, nella mia immagine, appare essere il mondo che propone la Elly. Ed è un mondo, a mio modo di vedere, che rappresenta la somma delle ingiustizie. Un mondo dove “chi non può” vivrà senz'altro peggio. Non perché mancherà il lavoro: mancheranno le paghe.

Di fronte a tale prospettiva, la pura conservazione dell'esistente – che pur bello non è – proposta “draghianamente” da Giorgia Meloni, può apparire persino più rassicurante. Anzi, senz'altro lo è.

Ecco, venendo alla nostra piccola Roseto, un mondo alla Schlein penso potrebbe piacere a Marco Borgatti. Marco è infatti, a mio avviso – lo dico come sincero complimento – uno che la politica la sa fare. Lui riesce a coltivare benissmo piccole minoranze organizzate. Le compatta su temi d'attualità, genericamente etichettabili sotto la categoria di “ambiente”. E da questo sa ricavare un discreto consenso politico, che lui più volte ha misurato in termini elettorali con relativi buoni risultati. Ma lì si ferma, però. Quello è l'ambito e quello resta. Al massimo può accativarsi le simpatie politiche del sindaco, Mario Nugnes, ma già con il pro-sindaco, Angelo Marcone, per Marco la vedo dura.

Ora, proporrei ad Elly di venire a conoscere Marco. Perché ne potrebbe ricavare un parallelo interessante per la sua politica. Del tipo “Elly come Marco”. Sarebbe l'esempio di una politica che in realtà non modifica in meglio la vita delle persone. Si nutre solo di molta ideologia. Assume di preferenza toni messianici. Allude a sciagure che non sono tali e vagheggia rimedi che non rimediano a nulla. Conquista visibilità politica personale dai temi che tratta, piuttosto che risolvere il tema stesso, che nel caso fosse risolto, tra l'altro, vanificherebbe quella politica medesima.

Ecco, Marco Borgatti, nel piccolo di Roseto, una politica del genere la può fare. Ed anche con relativo successo. Ma una segretaria di un partito che ambisce al governo nazionale, può fare una politica ideologicamente di minoranza alla Marco Borgatti? A base di uccellini variopinti e un mondo in cui il lavoro è solo volontario e – di fatto – ultra-capitalistico nel senso politicamente più spietato del termine?

Come dire: cara Elly, penso che con la tua politica, alle europee un 25 per cento di quei pochissimi che andranno a votare, sarà tuo. Ma rimane un'altro 75 per cento. Nel quale Giorgia, pur con tutti i suoi enormi limiti, un tantinello di più riuscirà a fare: fidati!

sabato 27 maggio 2023

Adesso siamo più... “Si.Amo”!


ROSETO. Che i consigli di quartiere cosiddetti fossero poco più che un divertissement politico era chiaro fin dall'inizio. Basti pensare che in un paio di essi siedono anche le mamme di due assessori in carica. Una è addirittura vice-presidente. Il che caricherebbe un'eventuale confronto “istituzionale” (!) del rischio di essere scambiato per uno sketch involontario davanti al caminetto nel salotto di casa, piuttosto che una discussione politica o amministrativa. Insomma, dei simpatici club-politici di amici e parenti che in teoria dovrebbero essere degli organismi consultivi in realtà nemmeno tanto... consultati.

Almeno questo è quel che pensa l'associazione “Si Amo”. Che questa mattina si è trovata al “Lido Celommi”, sul lungomare centrale di Roseto, per comunicare alla stampa la decisione di lasciare i consigli di quartiere. Nei quali, malgrado il barocco sistema di nomina, grazie alla fiducia acquisita tra gli abitanti dei luoghi, era riuscita ad eleggere una decina di suoi rappresentanti (Vanessa Quaranta, Andrea di Stanislao, Paolo di Giacinto, Alessia delli Compagni, Filomena di Gianvittorio, Barbara Caporaletti, Pietrina Cipriani, Fabio Smaldino, Vanessa Pigliacelli, Giovanna Palazzese).

Del resto, ha detto proprio la presidente dell'associazione, Vanessa Quaranta, cosa stavamo a fare se tutte le nostre proposte, anche le più semplici, restavano inascoltate; se con noi neanche volevano parlare perché ci considerano avversari; se non ci facevano nemmeno sapere le cose e non ci invitavano neanche ai sopraluoghi per problemi tra l'altro segnalati da noi. Così – ha aggiunto – per non tradire la fiducia dei nostri concittadini, abbiamo deciso che non era più utile rimanere, dato anche il clima che si è venuto a creare.

Cittadini che, se vorranno, troveranno però sempre “SiAmo” disponibile all'ascolto. Anzi, adesso ancora di più e con più libertà, visto che "non siamo più vincolati" da quella deriva che volutamente, politicamente, è stata impressa ad organismi che dovevano essere di partecipazione. Partecipazione invece di fatto ristretta soltanto alle espressioni più vicine all'amministrazione in carica e più aderenti al suo modo di agire sul territorio.

“Si.Amo”, insomma c'è. E vuol esserci ancor di più. Perché di dibattito a Roseto c'è bisogno. Perché d'opinioni diverse v'è necessità. Perché non può essere che l'amministrazione in carica abbia questo predominio, specialmente social, dell'informazione. Informazione gioco forza deliberatamente di parte.

venerdì 26 maggio 2023

“La nuova scuola Romani sarà bellissima, stupenda, meravigliosa, eccezionale... per brevità: un capolavoro”

ROSETO. Si era sul finire degli anni '70 dell'altro secolo. La zona sportiva a sud di Roseto era appena nata. L'edificio simbolo, il nuovissimo palasport, con struttura a vela, evocava lo stile di “Monaco '72”, le cui olimpiadi segnarono la storia (anche quella, più piccola, architettonica). A Roseto si pensava a sviluppi per quella nuova area: forse un albergo a servizio dello sport, forse.

Ma la città cresceva. E con essa la popolazione studentesca. Dalle frazioni e dalla vallata del Vomano premevano folle di ragazzi. Perché dunque non utilizzare la zona sportiva anche per una nuova scuola? Ve n'era la necessità. Dell'idea s'innamorò soprattutto un'insegnante, nonché consigliera comunale rosetana dell'epoca: Concettina Bonolis-Braga. Militava nel partito Repubblicano. E, per fortunata coincidenza, per pochi mesi di quegli anni un repubblicano di eccezionale cultura (non solo politica), Giovanni Spadolini, ricoprì l'incarico di ministro della Pubblica Istruzione.

Nacque così la scuola media “Romani”. Quella che a breve verrà abbattuta per far posto ad un nuovo edificio scolastico costruito con i fondi del “PNRR”. Questa mattina nell'aula del consiglio comunale, il progetto è stato presentato alla stampa. Innanzitutto mettendo in rilievo i meriti dell'idea, che sono dell'assessore alla scuola, Francesco Luciani. Ma anche del sindaco Mario Nugnes, naturalmente. Ma anche del pro-sindaco, Angelo Marcone. Ma anche della presidente del consiglio comunale, Gabriella Recchiuti. Ma anche dalla consigliera di maggioranza, Simona De Felice. Ma anche di tutta la maggioranza... e solo della maggioranza, probabilmente. E qui conviene fermarsi, altrimenti i meriti si diluiscono troppo e non risalta bene quello dell'artefice principale del tutto, ovvero il menzionato assessore Francesco Luciani.

Comunque, anche la preside dell'istituto comprensivo, professoressa Annalisa Barbone, s'è detta entusiasta del progetto, condividendo appieno tutto il suo spirito, dall'inizio alla fine nulla escluso. Tra l'altro i lavori non disturberanno nemmeno gli studenti, perché si svolgeranno per fasi. E pure i genitori sono ovviamente felicissimi di avere un edificio nuovo, tecnologico, adeguato ai tempi, rispettoso dell'ambiente e via via scorrendo tutte le caratteristiche innovative dell'opera.

Tutto bene dunque e, come diceva Catalano (attore degli anni '80): meglio una scuola nuova che una vecchia. Si ripete, benissimo e, quando una cosa va bene va bene e bisogna riconoscerlo. Ah, pare che l'edificio si sposti un po' a nord rispetto all'attuale collocazione. Quindi si approssima al Palasport. Ergo, cambia il rapporto visivo tra i due edifici. Si spera, allora, che il “dialogo” (architettonico) tra le due masse culminati sia ben studiato. Se lo sarà si vedrà. Ma, in ogni caso, non è importante: solo questione per “palati” sensibili all'architettura. Alla gente, giustamente, non importa nulla di tali sottigliezze stilistiche ed alla politica, di conseguenza, anche meno.

I complimenti, ad ogni modo, da qui sono sinceri. Aspettiamo la nuova scuola. Quan verrà.

P.s.: la sintesi del titolo è mia.

domenica 21 maggio 2023

Se l'autunno vien di maggio...

E' capitato a loro che sono organizzati... Figurarsi fosse successo a noi... nemmeno a nuoto ci salvavamo....”. E' l'argomento del giorno, del caffè mattutino al bar. La disastrosa alluvione romagnola tiene banco. Come una guerra. Con l'immancabile tenace attaccamento alla terra, alla “casa”, spesso frutto del sacrificio di una vita. E l'altrettanto immancabile eroismo dei soccorritori, dei giovani che spalano il fango e tutto il resto. Già visto. Tante volte, tra l'altro.

Di diverso c'è la colpevolizzazione. Incessante. Proposta soprattutto dai social: colpa nostra... siamo stati noi. Di fronte alla furia aliena e feroce di una natura imbizzarrita, la colpa è nostra. Anche se noi personalmente non abbiamo magari costruito nemmeno un metro quadrato. Anche se molti di noi, puta caso, si sono fidati di chi diceva di governare (specie in quelle aree) in nome di principi di alta sostenibilità, profondo rispetto, sentito ambientalismo. Tra parentesi: o non era vero, oppure quei principi non funzionano, quantomeno non bastano.

Dunque colpa nostra. Di noi che guardiamo sgomenti le immagini TV. Siamo messi sul banco degli imputati con alcuna responsabilità personale. Ma siccome, nella realtà vera, non possiamo far nulla, anche vi fosse un pentimento collettivo, cosa cambierebbe? Se ormai la natura è compromessa, cosa facciamo? Demoliamo mezze città? Radiamo al suolo intere aree industriali? Spegniamo tutti i motori ed andiamo sempre e solo i bici? Blocchiamo anche camion, treni veloci e tutto il resto?

È più probabile organizzeremo tosto grandi celebrazioni di ricorrenza. Metteremo in scena grandiosi spettacoli. Daremo vita a rappresentazioni idilliache e letterarie. Con la “cultura” noi siam forti: si sa. Intanto ricostruiremo case e fabbriche “dov'erano e com'erano”, anzi più grosse. Tra un'alluvione e l'altra, una celebrazione e la successiva, dovrebbero tener sù.

E poi diremo: colpa nostra. Sempre. Ma nostra di chi, se è lecito domandar?

giovedì 18 maggio 2023

Presentato il Festival delle bande di Giulianova

GIULIANOVA. Le prime edizioni risalgono all'inizio degli anni duemila. Allora si tenevano in aprile, poi la data slittò a fine maggio inzio giugno, alle porte della stagione balneare. Si sta dicendo del Festival delle bande di Giulianova. La cui 23° edizione è stata presentata questa mattina, nella sala consiliare del comune giuliese, alla presenza del sindaco, Jwan Costantini, degli organizzatori e della “storica” presentatrice della manifestazione, Mirella Lelli.

Mirella Lelli
Quello giuliese è dunque un appuntamento di musica per bande internazionale. Quest'anno arriveranno formazioni musicali da repubblica Ceca, Messico, Polonia, Svizzera, Giappone, Ungheria, Portorico e naturalmente Italia. Ogni banda esprime una diversa cultura musicale. Ed è proprio questo mescolarsi di ritmi diversi una delle caratteristiche che richiama molti appassionati. Solo per i protagonisti dell'evento ed i loro accompagnatori si prevedono comunque un migliaio di presenze.

Il Festival è stato fin dall'inizio ideato dall'associazione “Padre Candido Donatelli”, stamane rappresentata dal presidente, Mario Orsini e dal vicepresidente, Gianni Tancredi. Un sodalizio, questo, che trae origine dalle feste della “Madonna dello Splendore”, molto sentite a Giulianova. Difatti le feste-popolari, la musica-in-piazza, quindi le bande hanno una storia molto radicata nella cultura-popolare abruzzese. Si può dire siano nate insieme alla nostra economia-agricola, in pratica primaria fino agli anni '50 del Novecento. Hanno poi diversamente accompagnato tutte le evoluzioni sociali rimanendo in qualche modo vitali anche nei nostri giorni due-punto-qualcosa.

A Giulianova la tradizione ha radici lontanissime, risalenti all'ultimo quarto dell'Ottocento. E si intreccia con la religiosità cattolica, altro elemento cardine della storia locale specie nell'esperienza d'ordine “Cappuccino”, ancor oggi molto presente in città. Padre Candido Donatelli, cui è intestata appunto l'associazione, era un cappuccino molto attivo a Giulianova anche nel campo culturale. Non a caso sono a lui dedicati fondi librari nella biblioteca giuliese che portano il suo nome.

Insomma, un festival che non nasce dal nulla. Ma da un substrato di cultura locale molto forte, che rende superabili anche le inevitabili difficoltà organizzative ricordate stamane in conferenza stampa. Una lunga vicenda allora che fa auspicare all'assessore municipale al turismo, Paolo Giorgini, un più ampio riconoscimento regionale della manifestazione. Il cui programma è comunque reperibile anche in rete, grazie ai siti-web del comune di Giulianova e dell'associazione medesima. Si inizia martedì 23 maggio e si andrà avanti fino alla premiazione clou domenica 28 maggio.

martedì 16 maggio 2023

Nessun commento da Roseto?

ROSETO. Al momento in cui scrivo, pare di non aver scorto commenti da parte dei "civici" rosetani circa il risultato elettorale al comune di Teramo. Nè in forma testuale, né in veste video-social che è la loro "arma" comunicazionale preferita.

Eppure è ragionevole immaginare che una lettura in controluce del dato teramano sia in corso nelle stanze riservate della politica rosetana. 

Anche perché quel risultato potrebbe in ipotesi modificare l'angolo di rifrazione della prospettiva che descrive la geometria dei rapporti tra il sindaco Nugnes ed il deputato-Azionista Sottanelli. 

E, a "nasometria-politica" ho come la sensazione che a Nugnes possa non essere così indigesta come potrebbe apparire l'affermazione al primo turno di D'Alberto. Il tempo, ovvero le prossime regionali, potrebbero meglio chiarire circa i tempi medio-lunghi della politica rosetana.

venerdì 12 maggio 2023

L'impegno è solenne e va osservato qual elemento di prova

ROSETO. Il vicesindaco, Angelo Marcone, si è impegnato, consacrando la promessa in un solenne filmato-video che lo vede protagonista ed interprete in prima persona, a chiudere e riparare le buche presenti sulle strade cittadine.

Lo prendiamo in parola. In tempo di post-democrazia, infatti, un video social-trasmesso equivale a "giuramento decisorio".

D'oggi in avanti, quindi, ognun che lo volesse, è autorizzato a ritrasmettere con equivalenti mezzi ogni buca che dovesse eventualmente rimanere scoperta. E ad indicare l'elemento virtuale a prova dell'avvenuto tradimento della promessa ritualmente divulgata al popol-cittadino.

mercoledì 10 maggio 2023

Che fantastica storia è... la politica!

ROSETO. Dalle parti della maggioranza civica che regge le sorti del Comune si continua a diffondere una narrativa sul bilancio che, se non fosse ansiogena, sarebbe gustosa. Dunque sostengono i Nostri, che il milioncino di euro più o meno che hanno messo in bilancio pensando di mietere multe a pioggia con autovelox e semafori-guardoni prossimi venturi, non sarebbero aumenti in quanto dipendono dalla “colpa” degli automobilisti distratti. Se questi sono attenti, quei soldi non entrano, affermano.

Ora, di grazia: ammettiamo che diventiamo tutti con quattro occhi; che non superiamo nemmeno di uno l'ora il limite perché viaggiamo con un occhio incollato al contachilometri; che riusciamo ad inchiodare lasciando mezza gomma per strada appena scatta il giallo in modo da bloccarci un centimetro prima della linea bianca; che insomma ci comportiamo tutti come algoritmi dotati di intelligenza artificiale che avverte di non distrarsi... allora, cari Signori, sapete cosa succede? Provo a spiegarlo.

Il bilancio, infatti, è un documento che chiude a pareggio. Tanto entra, tanto esce. Incassi cento, spendi cento. Bene, se tu dici che puoi incassare anche 90 rispetto ai 100 che tu stesso hai scritto sopra quei fogli, significa che devi spendere 90 e non 100 come avevi detto. Si può sapere, quindi, per cortesia, quali spese tagli? Perché se tu avevi iscritto 100 a copertura di spese per 100, con 90 devi fare meno spese. Cosa tagli allora? Perché se non mi dici quali spese tagli, significa che sai benissimo che non essendo gli automobilisti dei robot incapperanno a grecce sotto i tuoi occhi-magici-scatta-multe e perciò hai fatto bene a mettere tutti quei soldi in bilancio che è probabilissimo tu Comune incassi.

Strano che una cosa così facile, comprensibile anche da un bambino, continui a produrre narrative fantasiose. Eppure capita! Come succede, tra l'altro, che invece di essere contenti che finalmente i commercianti sono lieti di pagare di più per il suolo pubblico, l'opposizione si lamenti al posto loro. Ma se è bastato dirglielo un pò prima degli aumenti per renderli felici, perché ci si dovrebbe preoccupare? Sono contenti? Fa piacere. In genere tendono a lamentarsi come categoria. Per una volta che le decisioni del Comune gli vanno a genio, alleluia: significa che alla politica civica è riuscito almeno questo piccolo miracolo: chapeau!

martedì 9 maggio 2023

Ce la cantiamo e ce la suoniamo

ROSETO. Da ieri sono scatenati. Gli uomini (e le donne) vicine all'amministrazione civica si rimpallano tra loro, sui social, l'immagine di questa bici ben-augurante stilizzata sulla spiaggia per il Giro d'Italia che la diretta RAI ha ignorato. E Marco Borgatti, da ieri, sempre sui social, non fa altro che dire che la bellissima Riserva che la RAI non ha nemmeno nominato è quella del Borsacchio. E va bene, ci sta.

Ma qual è il risultato di tutto questo attivismo social? È che stanno promuovendo, di fatto, Roseto ai... rosetani! In pratica si stanno auto-promuovendo. E guardate, non c'è nulla di male. Soprattutto è la naturale conseguenza di quando interpreti la politica proprio alla scala locale-locale.

Così, non c'è niente di male, ma hai un'assessora che nella vita lavorativa di tutti i giorni sta in una ditta che fornisce materiali al Comune. Non c'è niente di male, ma un politico di lungo-corso, da 25 anni in amministrazione, accetta come datore di lavoro di una consigliera comunale che milita nel suo stesso gruppo politico 168,37 (diconsi centosessantotto/37) euro di rimborso per le assenze che questa fa in ufficio quando va in consiglio comunale. Non c'è niente di male, ma poi certe decisioni si accompagnano a taluni “perché” mormorati nei bar e nelle strade praticamente incomprensibili ai più. Frasi quasi sussurrate che fanno dire però ad un consigliere d'opposizione, che finora puntualmente solleva la questione, che siamo di fronte alla versione moderna dal fenomeno storico definito “clientelismo politico”. Per la cronaca, il consigliere si chiama Francesco di Giuseppe ed è di Fratelli d'Italia.

Naturalmente tutto legittimo (e ci mancherebbe altro). Ma è anche opportuno? Questa è infatti proprio una caratteristica della politica declinata alla provincia-italiana (non solo Roseto, sia chiaro). Però ci sono i periodi in cui questa brutta interpretazione della politca è più visibile e altri meno. Momenti in cui è più di qualità ed altri meno. L'impressione è che non stiamo attraversando uno dei momenti migliori. 

Ma tant'è. Per fortuna il mare è bello di suo. Lasciamoli allora ai loro post-post-post. Magari con una postilla: ma quanto tempo passano sui social?

lunedì 8 maggio 2023

Ma i palloncini rosa erano almeno ecologic-correct?

ROSETO. Tra Forza Italia che non trova un successore e beatifica Silvio in vita pur di rimandare la scelta... Gli inglesi che incoronano il loro Re con sfarzo di cavalli, dame e cavalieri d'altri secoli... i napoletani (e non solo loro) che festeggiano oh scudetto... io ho scoperto di aver scucito dalla mia tasca di tassato (a mia insaputa) 5 euro per il passaggio in Abruzzo del Giro d'Italia, pur non avendolo visto né in Tv e né dal vivo per personale e colpevole disinteresse verso lo sport in genere.

E già, perché ho seri dubbi che codesti 5 euro (quota procapite media dei 6 milioni che il presidente della nostra regione, Marco Marsilio, ha voluto pagare all'organizzazione del Giro per le tappe nostrane) mi rientri qualcosa in termini concreti. A Roseto, tanto per dire, non hanno citato nemmeno il nome della Riserva di cui da 20 anni non riusciamo a capire cosa fare. Pensate che il Comune sta esaminando da un anno e passa alcune “osservazioni” al piano della Riserva stessa e non ne viene a capo. Per di più, se non era per una interrogazione di Teresa Ginoble, nemmeno si sapeva. A proposito, ma il prode “Marco” (Borgatti), lo aveva mai detto che le osservazioni giacevano in Comune, e proprio in Comune, non in Regione? Sarà colpa della mia memoria, ma mi sfugge. Comunque credo che lui, letto questo post, provvederà a darmi ampia prova fotografica di suoi interventi sullo specifico ritardo del Comune (sottolineo per “Marco”: del Comune, circa le osservazioni).

Tuttavia nemmeno la ripresa dall'alto del bel disegno organizzato sulla spiaggia davanti al Lido Celommi in occasione del Giro c'è stata. Bhè, si vede che sul piano della comunicazione, ambito al quale il sindaco Mario Nugnes dedica tempo e risorse con meticoloso impegno, qualcosa è andato proprio storto. Si spera almeno che i palloncini rosa, pare forniti dal Comune, siano stati di materiale “ecologico” (forse il prode “Marco” almeno questo presto ce lo saprà a dire).

Ma allora, se il nome della Riserva non lo citate, pur avendo la Rai gloriose tradizioni a Roseto e la bici stilizzata in spiaggia non la fate vedere nella diretta TV, sarà di troppo se vi chiedessi uno sconticino sulle mie 5 euro di contribuente? Che so, facciamo 3 euro e 70 centesimi! almeno oggi vado a prender un caffettuccio in onore della carovana... rosa!

sabato 6 maggio 2023

All'"ambientalista” Nugnes piace l'inceneritore?

Francesco di Giuseppe
ROSETO. “L'ambientalista” Mario Nugnes, il sindaco che partecipa a tutte le manifestazioni ecologiche “di” e “con” Marco Borgatti, non presenta alcuna osservazione contro il “coinceneritore” di Casoli di Atri, ad un tiro di schioppo da Roseto. Se ne è accorto Francesco di Giuseppe, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, che lo ha reso noto con un suo comunicato stampa.

La cosa ha del clamoroso, visto che la promessa di inviare osservazioni era arrivata direttamente in consiglio comunale, dove lo stesso Di Giuseppe, molto attivo con il suo partito nella battaglia contro questo impianto, aveva sollecitato il sindaco e la sua maggioranza ad agire.

Del resto un'avvisaglia c'era già stata. Nugnes infatti disertò, con una scusa politica, un incontro proprio sul tema ai primi di marzo. Tra l'altro il consiglio comunale, sempre su proposta di Di Giuseppe, si era formalmente impegnato a formulare osservazione, come gli altri Comuni limitrofi, per evitare questo impianto vicinissimo a zone abitate e persino ad una scuola.

“Il sindaco spieghi perché non si è mosso”, dice Di Giuseppe. Chiedendo in conclusione: “C'è forse qualche interesse particolare da difendere?”

venerdì 5 maggio 2023

Erbacce 1 - Comune zero: per ora

ROSETO. Anche quest'anno, come nel 2022, il Comune non riesce a tener dietro alla crescita delle erbacce. Molte le segnalazioni dal territorio. E qualche polemica.

C'è chi dice, anche nella parte politica di maggioranza, che occorre più personale. Ma è una richiesta dal sapore piuttosto populista: si sa benissimo che non arriveranno chissà quanti operai. L'amministrazione, da parte sua, è ricorsa in modo massiccio agli appalti ad imprese private. Ma, come lo stato dei fatti ad oggi dimostra, la cosiddetta “esternalizzazione” non sta dando i risultati che il vicesindaco, Angelo Marcone, garantiva sarebbero arrivati.

Che fare allora? Se il personale non c'è e gli appalti non sembrano funzionare granché, qualche altra soluzione la si dovrà pur trovare. Almeno non ci si voglia arrendere alle erbacce. Basterebbe dirlo tra l'altro e non se ne parla più. Certo, non pare una soluzione il batti e ribatti social con qualche cittadino. Attività, codesta, cui il vicesindaco sembra particolarmente incline. Anche perché qualcuno potrebbe obiettare che a fronte di una tassazione piuttosto elevata ed un bilancio propagandato come perfettamente in salute, almeno il taglio delle erbacce sembrerebbe pretendibile. 

O no?

giovedì 4 maggio 2023

A proposito delle multe: un dubbio mi sovvien...

ROSETO. Con una battuta alla Catalano (attore molto noto in Tv a cavallo tra gli anni '80 e '90 del secolo passato) il già sindaco Enio Pavone ha dato un prezioso consiglio ai suoi concittadini. Se volete evitare le multe – ha detto in consiglio comunale – e quindi evitare che scatti la mega-somma di quasi 1 milione di euro che il suo sindaco, Mario Nugnes e lui stesso come consigliere-votante hanno messo in bilancio quale incasso previsto dalle contravvezioni stradali; se non volete incappare in tal salasso - ha dunque suggerito Pavone - andate piano e fermatevi ai semafori.

E già, perché il mega-incasso scatterebbe alla minima distrazione al cospetto della selva di autovelox e semafori “grande-fratello” che pare ci regaleranno a breve. Ma se nessuno va – mettiamo – a 31 all'ora dove c'è il 30 e tutti si fermano un centimetro prima della linea del semaforo senza nemmeno sfiorarla per sbaglio con l'ombra della ruota, allora la gigantesca previsione d'incasso si vanifica.

Ma c'è un ma. Poniamo che tutti ascoltino religiosamente Pavone, nessuno sbaglia a calcolare il tempo-semaforico; ognuno si mantiene a 29 all'ora e magari tutti andiamo a piedi o in bici oppure lasciamo l'auto oltre il Borsacchio piuttosto che a Scerne e la raggiungiamo in bici se dobbiamo andare a Giulianova o Pineto; se tutti ascoltiamo alla lettera Pavone si diceva, il Comune non becca un quattrino del quasi milione che ha già scritto nel suo bilancio.

E va benissimo. Ma la domanda al ragionier Pavone allora è: questi soldi, appunto previsti in entrata, non verranno spesi prima del loro effettivo incasso? Perché, in teoria, stando in bilancio, il Comune potrebbe usarli. E se li spende e poi non incassa? Semplice, si crea un buco. Ah, per la storia, mentre Pavone è stato sindaco, tra il 2011 ed il 2016, di buchi in bilancio se ne sono creati due. Naturalmente non era colpa sua: erano cambiate le norme. Ma il meccansmo era esattamente lo stesso: il Comune aveva fatto spese negli anni sperando nei “residui”, cioè nelle somme da incassare in quanto “a bilancio”, salvo poi non riuscire ad incassarle. E per quei “buchi” stiamo pagando mutui fino al 2044 salvo esserci giocato l'incasso della vendita della farmacia comunale.

Del resto è facile capire. Se io “prevedo” di incassare a casa mia mille euro a fine anno da uno che mi deve pagare ed intanto durante l'anno compro 50 bottiglie di spumante da stappare a Natale e poi quello non paga, ecco che ho fatto un bel debito. Naturalmente nessuno di noi a casa nostra farebbe uno sbaglio simile. Per cui il ragionier Pavone ci rassicuri: ci dica che dei soldi delle multe, previste a raffica, non spenderà nemmeno un centesimo se non dopo che le avrà tutte incassate.

mercoledì 3 maggio 2023

Variante lungomare: l'avvocato Celommi invia le osservazioni

ROSETO. Ad appena una settimana dall'incontro pubblico sulla cosiddetta variante “muro” di palazzi sul lungomare, l'avvocato Fabio Celommi, presidente del consiglio di quartiere “Roseto centro”, ufficializza le preannunciate osservazioni: quattro pagine con allegati inviate a vari organi istituzionali.

E se al Comune, la cui amministrazione e la cui maggioranza politica fortemente vuole far costruire palazzi più alti sul lungomare, l'avvocato Celommi ricorda le questioni urbanistiche ed ambientali, compreso il cono d'ombra sulla spiaggia, la modifica del regime delle brezze marine e la perdita della ricettività turistica, alla Sovrintendenza cita una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2016 sulle “piccole aree locali”. E ciò in riferimento non solo alla valutazione ambientale, ma anche al vincolo paesistico vigente sulla costa.

Ma il dato forse più rilevante delle osservazioni è contenuto nella missiva indirizzata al Difensore civico regionale, dove viene sollevata la questione della “Verifica di eventuali incompatibilità dei consiglieri comunali”, con conseguente obbligo di astensione come previsto sia dalla legge regionale ed ancor più puntualmente dallo Statuto del comune di Roseto.

Sulla valutazione dei parametri urbanistici, la cui invarianza secondo l'avvocato Celommi non è affatto dimostrata nel caso concreto, viene invitata a vigilare la Regione Abruzzo, mentre per altri aspetti pianificatori è chiamata in causa la Provincia di Teramo.

Fin qui la nota dell'avvocato Celommi, dunque. Da parte di queste righe si aggiunge solo un particolare. Qualora andasse in porto, questa variante, oltre tutti gli aspetti appena evidenziati, ne porterebbe con sé uno di carattere socio-economico. Esprimibile con una domanda: chi potrebbe permettersi questi super-attici dal probabile costo di mercato di 4-500 mila euro e godersi così la vista del mare in via esclusiva?

Ecco, non pare proprio che l'esito di questa particolare politica urbanistica sia alla portata di comuni cittadini rosetani od anche di turisti che non siano dei paperon de' paperoni.

Pagheremo un pacco d'interessi

ROSETO. Dunque, allo stato, cioè alle 17:26 del giorno 3 del mese di maggio, dell'anno 2023 dal clima d'inverno, la “comunicazione” sul bilancio sembra questa: il sindaco e la maggioranza dicono che non ci sono aumenti, tranne limature; l'opposizione che è una mezza stangata. E fin qui, siamo nella norma, si direbbe.

Comunque, se è vero che presto dove prima lasciavi la macchina gratis devi pagare il parcheggio, la gente se accorgerà. Così come per le altre tariffe. Quanto all'aumento della cosiddetta tassa sulle insegne, pare sia del 10 per cento. Ma quella la pagano i commercianti ed i commercianti, tramite una loro fedelissima rappresentanza, sono dentro l'amministrazione, quindi affar loro.

Questo “Dup” (Documento unico di programmazione), comunque, mi sembra uno strumento alquanto inutile. D'accordo, lo vuole la legge. I Comuni devono farlo. E lo fanno. Ma francamente non capisco a cosa serve. Un appesantimento e basta a livello burocratico. Se un Comune vuol fare qualcosa ha il bilancio di previsione: lo scrive lì e dovrebbe bastare. Ma siccome siamo il Paese delle complicazioni delle cose semplici “Dup” sia, allora.

Per inciso, l'operazione conclusa qualche giorno fa sulla cosiddetta rinegoziazione dei prestiti costerà – parola di revisori – circa 322 mila euro di interessi. Li pagheremo in vent'anni, a cominciare da qui a due anni. E questo è poco, ma sicuro, purtroppo.