Dunque si notano in quasi tutte le sedute del consiglio comunale di Roseto, dei puntuali interventi della segretaria generale, dottoressa Raffaella d'Egidio (foto). Anche questa sera, appena il consigliere Francesco di Giuseppe (Fratelli d'Italia) ha lamentato un ritardo di convocazione e di trasmissione d'atti (e non è la prima volta), ecco immediata la parola passata dalla presidente d'Aula, Gabriella Recchiuti, alla Segretaria. La quale ha giustificato (anche se pare non l'abbia negata nella sostanza) ma quindi, di fatto, rigettato la contestazione di Di Giuseppe.
Non parliamo di quel che successe con la storia degli emendamenti, dove gli interventi della segreteria furono molto significativi. A volte, addirittura, la parola viene passata alla segreteria in modo quasi informale.
Ora, siccome per casualità, le tesi proposte dalla Segretaria coincidono in pratica costantemente con gli assunti per loro natura intinseca politici della maggioranza e quindi smentiscono le osservazioni elaborate dall'opposizione; di fatto si diceva, pur senza espressa volontà, questo continuo intervenire finisce – si ripete in linea fattuale – per assumere una rivelanza politica. E non credo che ciò contribuisca alla “normalità” di una dialettica consiliare.
Ecco, in altri tempi gli interventi in Aula di quelle che nelle intenzioni dell'assetto istituzionale sono figure di garanzia erano rarissimi. Perché appunto quello è un ruolo da “dietro le quinte”. E perché, in breve, l'uso di quella prerogativa usura la prerogativa stessa se ripetuta in modo sistematico. La presidente d'Aula, perciò, forse farebbe bene a farsi spiegare per bene le cose e rispondere lei direttamente all'eventuali contestazioni, visto che è la figura politico-istituzionale delegata.
D'accordo, siamo in un consiglio comunale di una piccola città. C'è conoscenza ed amicizia reciproca. È difficile conservare la distanza formale dei ruoli. Però, non sembra molto bella un'interpretazione così interventista di un ruolo tecnico.