Gabriella Parisciani |
Non sarei andato perché mi aspettavo la solita cerimonia retorica. Ed invece un po' di retorica, questa mattina, ci stava bene. Non sarei andato e mi sarei perso una storia di cui non sapevo. Di questa bambina. Di Sofia Marziani. Del dolore della malattia e della speranza insieme. Mi hanno raccontato di alcune immagini del suo breve percorso che mi hanno toccato dentro.
Un alberello non conta niente. Non cambia nulla. Non muta la storia. Ma scrosta un po' l'anima. Riapre un sipario, anche personale, che vorresti scacciare e non riesci. Delle domande senza risposta sulla vita. Delle risposte che non rispondono. Dei perché senza i “per quale”: per quale "ragione". Una famiglia, parte di una comunità, che quella risposta trova nella fede. Nella fede che io non ho, tra l'altro. E quindi è per me ancora più faticoso, a livello umano.
Un alberello allora come simbolo della vita che continua, nonostante tutto, malgrado la sorte, il caso, il destino o quel che sia. Per alcuni, la vita che rinasce. Un alberello per storie che vorresti non esistessero, ma che ci sono purtroppo.
Ecco, questo ho pensato, questa mattina. Non sapevo se dirlo. E come dirlo. Poi ho deciso di scriverlo qui. Per me stesso. E per un doveroso, credo, grazie pubblico a Gabriella. Ed a tutti quelli che hanno contribuito a questa storia. Penso se lo meritino.
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