venerdì 10 febbraio 2023

Che la sentenza del TAR sia d'insegnamento

Teresa Ginoble, Francesco di Giuseppe, Nicola Petrini

ROSETO. Eh uno... Eh due... Eh tre! Sono tre volte che le sentenze del TAR (Tribunale amministrativo) bucano le loro difese sul medesimo punto: la gestione degli emendamenti alla tassa di soggiorno. Proprio non riescono a gestirli dentro il consiglio comunale. La prima volta capitò a Sabatino di Girolamo (sindaco) e Teresa Ginoble (presidente d'Aula) proprio su ricorso, tra gli altri, dell'attuale sindaco Nugnes. La seconda e la terza volta è successo esattamente a lui, Mario Nugnes (sindaco) e Gabriella Recchiuti (presidente d'Aula), per ironia della sorte su ricorso anche di Teresa Ginoble, che evidentemente ha fatto tesoro dell'esperienza precedente e di Francesco di Giuseppe (Fratelli d'Italia) che invece è proprio inaccusabile di legami con il passato.
Vanessa Quaranta

Eppure basterebbe così poco. Basterebbe applicare il regolamento consiliare. “Applicare”, si badi bene, non interpretare. Ed invece a loro piace “interpretare” e così arrivano le censure del TAR, questa volta compresa la condanna alle spese. E per che cosa? Per voler a tutti i costi fronteggiare l'opposizione di Teresa Ginoble, Francesco di Giuseppe e Nicola Petrini che – come ribadito dagli stessi consiglieri in una conferenza stampa dedicata al caso – volevano solo modulare un po' meglio la tassa, lasciando un attimo di respiro in più al turismo nell'anno che vedeva ancora i postumi della pandemia.

Una opposizione che ora teme – dice Teresa Ginoble – che nel rivedere il regolamento consiliare la maggioranza possa togliere spazio di parola all'opposizione stessa. Oppure che – sostiene Francesco di Giuseppe - “possa accusare noi di eventuali problemi con la tassa” quando invece avessero “ascoltato le nostre critiche costruttive” non vi sarebbero state increspature di legittimità. Conferenza stampa alla quale ha assistito anche Vanessa Quaranta, vicepresidente dell'associazione “SiAmo”.

Insomma, un po' il frutto della politica intesa come mero esercizio muscolare, del muro contro muro a tutti i costi. Per dirla con il sociologo De Rita di qualche anno fa, una politica “ammalata di rancore”. Che da dodici anni imperversa nel lido delle Rose. Nugnes non fa eccezione, purtroppo. In fondo, sarebbe sufficiente un minimo di cautela in più, un pizzico di moderazione, una capacità di mediazione. Ma finora questa volontà di ascolto, che per forza di cose deve partire da chi ha vinto, è mancata al sindaco, spalleggiato da una maggioranza completamente subalterna alla sua stessa impostazione, rinunciataria a qualsiasi barlume di autonomia politica.

Questo tipo di politica non sta portando da nessuna parte. Credo alla fine non premi neanche loro. Si spera se ne rendano conto. E cambino approccio. Per il bene di tutti, in primis della città, naturalmente.

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