giovedì 15 dicembre 2022

Se lo Stato vuol passare dovrà vedersela con Noi!

ROSETO. Nel mondo senza macchine che il deputato del partito dell'ex-ferrarista Carlo Calenda, il rosetano Giulio Sottanelli, vede dietro l'angolo, anche il tubo del metano può deviare. Specie se nel suo dipanarsi tra Chieti e S.Benedetto del Tronto incapoccia con qualche vigna promettente. Così ha deciso il consiglio comunale di Roseto più green (sulla carta) del green stesso e così dev'essere, perbacco!

Sulla carta, si diceva. Perché intanto il centro-cittadino cambia a vista d'occhio sotto il colpi del “piccone 110”. Tanto velocemente ed intensamente si densifica in volume che può capitare persino di domenica qualche pioggia di calcinacci sulla centralissima via Cavour che per poco non colpivano i passanti. Il che fa dire al consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe, che la vigilanza urbanistica municipale pare indugiare un po' troppo nell'esercitare il suo potere di controllo dei cantieri e del numero dei “110” rilasciati, che appunto van cambiando faccia al centro senza alcun piano evidente e senza il minimo riguardo per il problema dei parcheggi, peraltro già esplosivo. Ma tant'è, come è noto la sicurezza riguarda solo chi attraversa di un centimetro la striscia del semaforo di Santa Petronilla, i calcinacci che piovono dai cantieri amen: è lo sviluppo bellezza!

Di Giuseppe, comunque, ne ha anche per il prossimo piano regolatore, ier sera in Aula consiliare per un documento molto, molto preliminare. Che però, rivela sempre il consigliere di Fratelli d'Italia, contiene pure quella parte finale della Teramo-Mare per altri versi ritenuta appunto inutile dal leader del partito che ha sette consiglieri di maggioranza su dieci, naturalmente iper-votanti il documento che la indica come strategica per il futuro.

Del resto la contraddizione è essa stessa l'essenza della politica urbanistica, non solo rosetana. Di solito in Italia i piani sono tanto ben disegnati e raccontati quanto assai male applicati. Ed allora mentre si parla del nuovo piano regolatore, ecco che già si accavalla ad esso un piano particolareggiato che guarda caso attuerebbe con trentacinque anni di ritardo il vecchio piano generale, mentre appunto il “110” ci ha pensato da solo a fare il bello ed il brutto prim'ancora che questi disegni vedano la luce. E poi avremo anche il nuovo piano spiaggia, che non sapendo più cos'altro far costruire sull'arenile avendogli lasciato il precedente solo la scogliera a sud, si dovrà ingegnare a “cementificare” anche quella magari tuffandosi direttamente a palafitta nell'acqua.

Ma suvvia, il nuovo-piano-futuribile ci porterebbe però la “gronda pedecollinare”. La quale intendiamoci è ottima cosa, non fosse per la necessità di adeguati canali che buttino l'acqua a mare una volta che la gronda stessa l'ha raccolta. E dove li facciamo passare di grazia tali scoli se le case nel frattempo hanno riempito tutto e i cosiddetti stabilimenti balneari hanno bloccato ogni granello libero di sabbia dove dovrebbero sboccare?

Vabbé, quisquiglie: parliamo di alti principi intanto, che va sempre bene e fanno tanto “sintesi”, come ama dire la politica. Intanto che deviate la Teramo-Mare e pure il tubo del metano però, già che vi trovate, come ricorda la mia amica Gabriella Parisciani, bloccate anche la variante al tracciato ferroviario che atterrerebbe in pieno Borsacchio. 

Ah, a proposito: ma le famose osservazioni al piano della riserva Borsacchio dove si sono spiaggiate? Giusto per, eh!

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