Il punto non sono gli esercenti che decidono di aprire o no, le scuole che ci sono o meno, le case nuove o vecchie che siano. Il punto è la direzione politica che vuoi o non vuoi dare, essendo lo splendido panorama da solo non sufficiente. E la politica, qui e non solo qui, ha semplicemente scelto di non agire, celandosi dietro i lustrini degli eventi. La concezione è solo la glorificazione asettica del turismo; una sorta di “normalizzazione” di un posto vivibile solo per l'eventificio estivo o il glamour serale.
Ma tutto questo non è un caso. È che ai ceti (tra virgolette) che influenzano la politica cittadina a livello economico, non interessa più di tanto una residenzialità reale dei luoghi, quanto il loro “richiamo” dal punto di vista turistico e dell'immagine. Gli eventi – sia chiaro benemeriti in quanto sempre meglio di nulla – sono tuttavia perfettamente confacenti a questa visione politica di fatto basata sul laissez-faire, al lasciar correre vale a dire.
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