Tutti, infatti, ritengono d'aver avuto un qualche merito. E tutti ci tengono a farlo sapere al sovrano-popolo-social, caso mai volesse tributar l'applauso o meglio un gradito mi piace. Tanto che si potrebbe suggerire di estendere a mo' di novello tazebao un lenzuolo di foto-opportunity da appendere ai parapetti del ponte, ovviamente nel caso la loro lunghezza non sia in grandezza fisica e geometrica più modesta dell'ingombro letterale delle icone instesse.
Ma tant'è. Questa è oggi la cosa strana che chiamano “politica”. Per fortuna che c'è la società civile. La quale sempre ieri si è distinta nell'aiutare i poveri. Quasi nessuno, infatti, si è sottratto alla cosiddetta “colletta alimentare”. Anche perché, si potrebbe pispigliare, la formula pratica in cui questa manifestazione di solidarietà si concretizza è così azzeccata da rendere imbarazzante il non aderire. Diceva bene in dialetto l'anziana alle prese con il portellone della “Panda” all'uscita dal supermercato: se te ar-mette alloco la bardascia co' la busta, comme fa a' diglie de no senza sentitte 'na stretta a la coscienze?
Si da infatti a tal proposito per avvistata nel reale persino una signora tutta d'abiti griffati accessiorata che, nell'atto di riversare il carico del carrello nella capace “stiva” di un SUV da centomila euro di valore, grande pari un carrarmato, parcheggiato nel piazzale di uno degli esercizi alimentari più a buon mercato della zona, si sia sentita sollevata in ragione di coscienza dall'aver porto alla ragazza con la gialla-giubba-d'ordinanza-volontaria un omaggio consistente in un pacchettino di pasta da 0,70 euro, diconsi: centesimi-settanta punto.
Del resto la famosa CGIA di Mestre (Confederazione artigiani) stima quest'anno che dalle tredicesimi degli italiani residui una spesa di circa 154 euro a testa (370 euro a famiglia) da riservare ai consumi natalizi. Vent'anni fa, avvertono gli artigiani veneti, ne uscivano giusto il doppio. Purtroppo vent'anni fa il lavoro non era la croce che oggi è diventato. Non era, tranne qualche raro caso, solo tempo rubato alla vita. E regalato – quasi a gratis – alla gloria del Pil dei sistemi aziendalistici, volontari permettendo.
È difficile infatti scialare in consumi natalizi quando il lavoro è pura costrizione che non restituisce un giusto guadagno. La verità è che siamo un Paese tecnicamente fallito, in mano ai mercati finanziari. Ed anche un Paese in frana, come gli eventi della cronaca ci ricordano ad ogni pioggierella neanche tanto fuori dall'ordinario. Ma che volete? questi sono i cambiamenti climatici, anche se quella stessa frana magari si è ripetuta una quindicina di volte consecutive da quarant'anni in qua. Embé sì, il clima cambia, ma i nostri costumi e quelli delle nostre benamate classi dirigenti son sempre gli stessi.
Ah! noticella personale: io con codesta società non ho un motivo che sia uno per andar d'accordo. Ecco, lo volevo dire!
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