mercoledì 6 luglio 2022

La mission (quasi)impossible di "SiAmo"


ROSETO.
Vanessa Quaranta, vicepresidente "SiAmo"
E' pienamente operativa, presentata alla stampa nel centralissimo lido Celommi, l'associazione politico-culturale “SiAmo”. Presidente, l'ex-consigliere comunale Simone Aloisi, vice la professoressa Vanessa Quaranta. Nel direttivo, un altro ex-consigliere comunale, Marco Angelini e tante donne: Pietrina Cipriani, Filomena di Gianvittorio (limitandomi a quelle presenti questa mattina). In più una consulente legale esterna, avvocata Nada Malatesta e tante altre signore con cui mi scuso per non ricordare i nomi.

Cosa hanno detto? In brevissimo, che non vogliono essere rancorosi ma propositivi; critici verso l'attuale amministrazione ma anche innovativi; rappresentanti di tanti cittadini che comunque non hanno votato, dato che in fin dei conti (questo lo aggiungo io) il sindaco Nugnes ha preso circa 6 mila voti, ovvero più o meno il voto di un rosetano su quattro rispetto agli aventi diritto. Insomma, come dice Vanessa Quaranta: “Capire, osservare, analizzare ed agire, senza essere contrari per principio”. Convinti che ciò voglia dire essere utili a tutta la città, dare una voce in più, offrire al dibatito un nuovo progetto politico

Fin qui la cronaca. Qualche noticina a margine, però, vorrei aggiungerla. Cioè questa. Se “SiAmo” al dunque vuole presidiare soltanto un'area di consenso politico-elettorale, allora ha un compito facilissimo: le basta anche fare da collegio di difesa (politica) al passato. Se invece vuole fare innovazione politica, come promette, allora ha davanti a se una mission quasi impossible.

Perché ho come l'impressione che la città sia cambiata e cambia. Nugnes e la sua listocrazia hanno tentato di interpretare il cambiamento. E, secondo me, hanno ora qualche difficoltà nel dare risposte, se non di propaganda. Ma non di meno dal fenomeno politico Nugnes non si torna indietro. Dopo di lui, se non sarà ancora lui, come è probabile, non vi sarà ritorno al passato. “SiAmo” dovrà sfuggire allora dall'essere identificata come la conservazione di quel che resta della sconfitta elettorale. Altrimenti sarà gioco facile per Nugnes ed i suoi tenere accesa la... Svolta. “SiAmo”, se riesce, deve interpretare un altro cambiamento, se volete più radicale.

Dove può lavorare allora? In teoria, su pezzetti del mondo della Chiesa (a Roseto la chiesa è una potenza invisibile, ma fortissima) che Nugnes, che di quell'area è personificazione politica massima, tuttavia ancora non riesce a coprire al 100 per 100. Poi, magari, lavorare su un altro fattore: Nugnes ed i suoi hanno infatti un ego (politico) smisurato. Loro si sentono un gradino più su. Ma l'ego, per sua natura ontologica, cioè per sua natura propria, presuppone un “nemico”: io posso affermare io soltanto contro un altro io. E questo è un limite. Ecco, sullo iato tra l'essere ecumenici per tabulas ecclesiastica ed egoistici per naturaliter prassi politica, qualcosa in teoria si può fare.

Ma soprattutto, “SiAmo” deve parlare alla gente con il linguaggio della gente. Dei problemi che le persone vivono. Di qualche soluzione possibile. Se vi riuscirà, sarà una voce in più per la Città. E quando si dibatte più si è meglio è. Una parola in più arricchisce e non impoverisce. Poi, che voce sarà lo vedremo. Il problema per questa associazione come per chiunque altro è al dunque saper leggere la città. È un problema anche per chi la politica la osserva e ne scrive. A cominciare dal sottoscritto, naturalmente.

Le premesse, dunque, si intravedono. Ma il parere di queste righe è che SiAmo ha scelto un terreno molto, molto difficile su cui muoversi. Ce la farà? Solo la prova concreta, quotidiana dei fatti potrà dircelo.

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