ROSETO. Quando un amore è infinito. Nel senso letterale della parola. Quando, cioè, non termina. Non finisce nemmeno con la vita che vola via. Quando l'amore è: “Una sciarpa rossa”.
Allora questo amore, che poi è quello reale di Giovanna (Forti) per Pio (Rapagnà), suo compagno e marito di una vita, si esprime anche attraverso un libro (ed. “Carabba”) che ha proprio questo titolo: "L'amore è una sciarpa rossa". Un libro di cui Giovanna Forti, che lo ha scritto, non si ritiene autrice, bensì coautrice insieme al “suo” Pio. Con il quale parla ancora, seppur fisicamente impedita dalla separazione voluta dalla natura. Parla dando voce al suo amore incrollabile. Al Pio al quale scrive lettere, scambia “post” e pensieri. Come vivesse ancora.
Ecco, in questo libro “memorial”, Giovanna ingaggia una partita con il tempo. Il tempo degli ultimi anni, quando Pio Rapagnà si era un po' rifugiato in una dimensione paganese (Montepagano di Roseto) rivissuta attraverso la ricostruzione meticolosa delle foto d'epoca di Antonio Mazzoni. Da questo, ad un certo punto delle pagine, si fanno dei passaggi all'indietro, all'attività più propriamente politca di Pio Rapagnà. Ma soprattutto, questo è il libro di un “tempo” suo, della Giovanna di oggi; della Giovanna che va avanti; che ogni mattina si sveglia per l'adorata Annalisa aiutata dalla “spalla” fortissima di Mara Rapagnà, la nipote che è divenuta parte fondamentale di questo libro e della sua vita degli ultimi quattro anni.
Il senso di questo lavoro di Giovanna, che non è nuova a fatiche letterarie, è in una frase verso la metà del volume. Dice: “Fin quando un barlume di coscienza illuminerà la mia mente ti penserò, ti scriverò, ti parlerò, Pio. Ovunque tu sia, sei e sarai con me ed Annalisa... E tu ritorna!”
Ci sono pagine struggenti in questo libro. Giovanna è una donna fragile e forte ad un tempo. Lo posso testimoniare personalmente. Ogni tanto ci si vede per un caffé. Accompagnata sempre da Mara ed Annalisa. Questa mattina mi ha chiamato per dedicarmi il libro appena uscito. Ho la fortuna di cogliere certi sentimenti anche senza il bisogno delle parole. E quei sentimenti, che mi colpirono già prima che la vita volgesse come poi è volta, hanno una radice antica. L'hanno nella forza e nella debolezza di noi “umani”, di noi persone. E sono il mistero, l'incognita della vita.
La parola, lo scrivere, è qualcosa di terapeutico per questi sentimenti. Li si comunica per auto-comunicarci. Si comunicano per vivere. Come se fosse “Una città per vivere”, l'associazione che Pio Rapagnà fondò per le sue lotte rosetane ed abruzzesi e che Giovanna, e Annalisa, e Mara portano avanti per... vivere. Viver loro, ed insieme far vivere la memoria, la storia, la rappresentazione di qualcosa che è accaduto, e accade, in quella che è stata "anche" la politica di Roseto, ma in generale del Paese.
Congratulazioni Giovanna, buona estate.
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