Il primo è l'erosione del litorale. Il mare mangia pezzi di spiaggia ogni anno. Non è un guaio solo di qua, ma anche qua, a nord come a sud, è presente. Finora lo si è affrontato soprattutto buttando ogni estate un centinaio di mila euro di sabbia poi letteralmente spazzata via alla prima mareggiata. Giusto un palliativo. Tanto per far piantare gli ombrelloni per la stagione.
Il secondo è l'autoporto. Uno spiazzo enorme a due passi dal casello autostradale, costato fior di quattrini alla fine del secolo scorso con il vano scopo di ricoverar tir e scambiar merci, che non ha mai funzionato. Cosa farne? Trasformarlo in centri commerciali o giù di lì? C'è di mezzo la Regione Abruzzo, essendo di fatto la struttura regionale.
C'è quindi un terzo tema: il distretto sanitario. Quello esistente è insufficiente. Il progetto per il nuovo, con l'ambizione di far da polo di riferimento per l'intera vallata del Vomano, è praticamente spiaggiato nei cassetti della Asl teramana.
Sono tre questioni piuttosto forti. Sulle quali bisognerà far qualcosa. Ecco, qualora la politica locale smettesse la guerra (finta) tra inconciliabili ambizioni personali (vere), potrebbe dire qualche parola chiara.
Nessun commento:
Posta un commento