venerdì 13 agosto 2021

La felicità dell'essere servo

Diceva mia nonna, che era nata agli inizi del '900, “Attacca l'asino dove vuole il padrone e fagli le scarpe”. Voleva dire: fa quello che dice il potere, obbedisci e cerca di fregarlo.

Da ragazzo respingevo questa massima. E litigavo con mia nonna. Alle soglie dei sessant'anni mi sono accorto che invece funziona benissimo, è eccezionale. Se vuoi campare tranquillo, fa quello che fanno la maggior parte degli altri. Sìi conformista. Segui il flusso. Pronuncia il signor SI in pubblico e, se puoi, fregali in privato.

Perché il potere, se ti adegui, ti fa stare. Non ti considera un nemico. E tu hai sempre un'arma segreta: adeguandoti, lo hai fregato. Ad una condizione: che tu non creda minimamente in quello che fai, in ciò che dice il Potere; anzi, che tu creda l'opposto. Del resto, cosa ti costa? Fai quello che ti dicono e continui a considerarli meno importanti dei peli del gatto sul divano (senza offesa per il divano e, tanto meno, per i peli del gatto, ovviamente).

È una condizione minima per campare senza che Lor Signori ti rompano le scatole oltre misura. Una specie di pacifismo fatto in casa: fatti passare sopra (metaforicamente) le ruspe del potere e, se proprio vuoi contestare, nessuno potrà dirti che non sei stato prono, obbediente, bravo soldatino. Perché tu hai prostrato il tuo corpo a loro, gli hai offerto la tua pelle, ma non il tuo cervello. Quello continua a pensare tutto il male possibile dei loro metodi, delle loro idee, delle loro menzogne del Potere, del loro essere tutto, insomma. Soltanto che loro non lo sanno, quindi non ti possono colpire.

Vabbé, non è che adesso, scrivendo questo, mi sono scoperto un po' troppo? D'accordo dài, sto imparando: diventare un bravo suddito dopo una vita contro-corrente non è cosa che avviene dall'oggi al domani. Però vi assicuro: sono sulla buona strada.

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