giovedì 18 giugno 2020

Che succede al Cerrano?

PINETO. Malgrado il placido lockdown, questo scorcio del 2020 sembrerebbe piuttosto agitato per l'area marina protetta “Torre del Cerrano”. Le burocrazie che ne reggono le sorti, infatti, paiono alquanto prese dal formular bandi, che poi magari annullano e dal nominar direttori, che poi magari rinunciano. Dunque vediamo.

Capita allora, sul breve volger del Natale ultimo, che l'architetto Fabio Vallarola, da più anni al vertice amministrativo della risorsa ambientalistica, si trasferisca in Ancona. Malgrado qualche richiesta al quel Comune di farlo restare in aspettativa, il “Cerrano” si decide a bandire un avviso per il suo avvicendamento. Si attende infatti un concorso deputato. Senonché tale avviso – si legge nell'atto n.14/020 dello stesso CdA Cerranese – peccherebbe di qualche requisito. Circostanza – si legge ancora – addirittura riscontrata dal competente Ministero governativo.

Orbene, presa visione, tosto il Cda annulla il suo stesso bando. E si mette alla ricerca di un direttore provvisorio. Crede di individuarlo, all'inizio, nel comandante del Porto di Giulianova, chiedendo però lumi in materia al predetto Ministero governativo. Il quale gli risponde a stretto giro in modo piuttosto perentorio: non spetta – scrive – a “...Questo Ministero la nomina di un direttore facente funzioni... Si invita codesto Consorzio ad avvalersi degli enti consorziati...”. Enti consorziati che poi sarebbero i Comuni di Pineto e Silvi più la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo.

Bene – bene si fa per dire – a questo punto si arriva alla nomina di un ingegnere: Marcello d'Alberto. Il quale però, non è disponibile. Si passa poi all'architetto Raffaele Di Marcello, che invece si dimette dopo pochi giorni. Si giunge allora alla designazione del dottor Stanislao d'Argenio, la cui nomina – fino a quando queste righe stanno per essere postate – sembra resistere.

Questa, cari lettori, la situazione. Come dire: attendonsi sviluppi? Non lo sappiamo, ovviamente. Si sa, invece, che nel frattempo la Torre del Cerrano si è tricolorizzata, cromatizzata da insegne patriottiche lumiscenti. Proprio una scelta azzeccata. Simboleggia come il cacio sui maccheroni l'Italia d'oggidì.

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