ROSETO. “Con molta sincerità, si dovrà prendere atto che ci sono tratti della nostra costa dove sarà difficile mettere gli ombrelloni”, così Alessandro Recchiuti, consigliere comunale di “Futuro in”, questa mattina davanti alla stampa con Angelo Marcone ed Enio Pavone, consiglieri d'opposizione a Roseto. L'occasione, la presentazione di una mozione che dovrà essere discussa nella prossima seduta dell'assise civica a proposito dell'attualissimo tema dell'erosione. “Perché – dice Angelo Marcone – il nostro Comune ha dato l'impressione di muoversi meno attivamente di altri nei confronti della Regione in questi giorni di marea”. E comunque – aggiunge l'ex-sindaco Pavone – ora “i nostri tre gruppi d'opposizione lavoreranno insieme su questo tema e per una prospettiva politica diversa di qui in avanti”.
Dall'erosione alla
prospettiva politica, allora. Con Sabatino Di Girolamo, sindaco
attuale, che è parso esser stato inquadrato molto in un ottica
solamente Pd, quindi ben distinto dal nascente gruppo “Italia
Viva”. Il quale gruppo, sia detto sottovoce, se a Roseto poco poco
spinge sull'acceleratore, produrrà un'onda (per restare in tema) in
confronto della quale il mare grosso dei giorni scorsi sembrerà un piccolo canotto
a vapore!
Intanto il mare
torna grosso davvero, nel senso fisico e non politico. E viene in
mente un convegno di appena una settimana fa a Pineto. Mi ero segnato
due noterelle tratte da quella riunione. Dicendomi: se mi tornan
buone per qualche post le pubblico. Siccome mi sembrava brutto buttarle, le appiccico qui prima che marciscono (nel senso della cronaca, eh)
Notarelle di (non)cronaca
(liberamente
tratte dagli atti del convegno “Il capitale naturale”, a cura
della “Torre del Cerrano”)
Una montagna a mare. Secondo
uno studio dell'Università dell'Aquila, ripreso anche da una
pubblicazione della “Torre del Cerrano”, per combattere
l'erosione marina della costa abruzzese bisognerebbe buttare in mare 18 milioni di metri cubi di sabbia in cinque anni. Tanto per
avere un'idea, 18 milioni di metri cubi, corrispondono a 600 palazzi
alti 30 metri, un po', per noi rosetani, come 600 palazzi
“Monti”; vale a dire una montagna. Di questa “montagna”, ben 2
milioni di metri cubi, sono stati già buttati, con una spesa di 44
milioni di euro. Mediamente 22 euro a metro cubo. Per ottenere che
cosa? Poco o nulla, visti i continui allarmi sulla... erosione,
appunto!
Ci stiamo scaldando. Analizzando
i dati delle stazioni meteo regionali, dal 1930 ad oggi, la
temperatura media in Abruzzo sarebbe cresciuta di circa 2 gradi. Da
una media annua intorno agli 11 gradi gionalieri di 90 anni or sono,
siamo passati ad oltre 13 gradi. Con andamento non costante, però.
Dal 1930 al 1980, infatti, abbiamo “preso” poco più di mezzo
grado. La curva si impenna se prendiamo il periodo 1950-2010. Ed
ancor più il trentennio 1980-2015. Ogni 15 anni prendiamo un
“gradino”, insomma!
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