TERAMO. Questa mattina,
nella sede dell'Ente che associa 26 Comuni del teramano il cui
territorio è attraversato dai fiumi Vomano e Tordino (consorzio
“BIM”), sono state rese note due iniziative. molto diverse tra
loro. Ma con un filo comune invisibile.
Ma andiamo con
ordine. La prima riguarda la “Festa della castagna di Leofara”.
Si svolge per la 42° edizione. È una delle più “antiche” del
settore. Quest'anno guarda in particolare alle famiglie, ai bambini,
ma anche ai ragazzi. Ai tradizionali stand dei “marroni”,
infatti, nei due giorni della Festa, affianca escursioni nei boschi,
animazioni e musica Dj-set. Per comprendere un po' tutti i gusti di
un pubblico tradizionalmente assai vasto: lo scorso anno si sono
calcolate circa 7 mila presenze.
Considerato che
siamo in paesini piccolissimi, nel pieno dei monti della Laga (in
inverno, in alcune frazioni, vivono solo una o due persone), con
strade non certo agevoli per raggiungerli, sono numeri da primato.
Del resto circa il 70 per cento del territorio della Valle
Castellana, ai confini tra Abruzzo e Marche, è coperto da boschi di
castagne, che forniscono un frutto di primissima qualità. Nonostante i
danni dei cinghiali (problema serissimo in Valle), si stima di far
gustare, nei due giorni della Festa, non meno di 7-8 quintali di
castagne. Nei momenti migliori, prima della pandemia, si è arrivati
anche a 14-15 quintali. Ma non crediate ci sia chissà quale ritorno
economico. Considerato un prezzo di circa 8 euro al chilogrammo,
fanno appena 5-6 mila euro.
Se non ci fosse
l'aiuto degli enti (in questo caso il BIM) non si rientrerebbe quindi
nemmeno nelle spese. In quei due giorni – si è detto tuttavia –
i paesini tornano a vivere in un senso di festa che si spera propizio
per ripagare una organizzazione appassionata e speranzosa in una
ri-nascita di questi territori erosi dallo spopolamento soprattutto
giovanile. L'impegno che ci ha messo ad esempio, Teodora Piccioni,
delegata del comune di Valle Castellana, nell'illustrare le
caratteristiche della Festa, testimonia di quanto si creda in queste
iniziative
L'altra iniziativa
presentata stamane, invece, riguarda la diffusione della lingua
inglese, sempre più necessaria nel mondo del lavoro. In questo caso
– ha detto il presidente del BIM, Marco De Nicola – l'ente vuole
un po' allargare la propria azione verso i giovani e le scuole. Sono
stati così coinvolti alcuni licei ed istituti tecnici del teramano
(l'Alessandrini”, il “Comi”, il “Di Poppa”, il “Milli”
e il “Delfico” di Teramo, il “Grue” di Castelli, il “Curie”
di Giulianova ed il “Saffo” di Roseto). Selezioneranno 80
studenti (insieme al “C.S.A: Alpha – British School”, con sede
a Civitella del Tronto) i quali seguiranno un corso d'inglese
dedicato con una “premiazione” finale che prevede un
viaggio-studio in Gran Bretagna di due settimane per i primi sei
partecipanti.
Naturalmente
maggiori informazioni possono essere tratte dai comunicati stampa
curati dal “BIM” stesso. Ma qual è l'invisibile trait-d'union
dunque? Che entrambe le iniziative, in maniera diversissima, sembrano
far fede su un principio, anzi due: la valorizzazione delle bellezze,
della cultura, dell'arte enogastronomica delle zone interne da un
lato e la formazione dall'altro. Si ritiene che questi due filoni,
diciamo così latamente politici, possano fronteggiare una
congiuntura che non ha più, per queste zone, lo sbocco industriale e
nemmeno quello delle aree più intensamente tecnologiche o dei
servizi. Diciamo che è l'unica prospettiva che hanno. Che si cerca
si sviluppare al massimo, ma che purtroppo finora non sta
frenando molto l'abbandono delle aree interne. Certo, non ci fosse
nemmeno questo traino turistico senz'altro sarebbe peggio. Ma da
solo, gioco forza, non basta. Ma questo, chiaro, è un altro
discorso.