domenica 30 aprile 2023

"La festa delle virtù"

La sconfitta dei lavoratori è in Italia cosa risaputa da almeno un trentennio. Ed anche quella dei sindacati, visti ormai più che altro come patronati che procurano documenti burocratico-assistenziali e qualche volta protestano educatamente. La ricerca del posto di lavoro è infatti da tempo delegata alla “libertà” del mercato e la sua difesa abolita con la flessibilità. Quanto alla retribuzione poi, è di fatto affidata, con tutto il resto, al “libero” beneplacito dei datori di lavoro. Nemmeno lo sciopero si sa più cosa sia. Visto che costa ai lavoratori stessi ed apporta disagio agli altri. E lo sciopero che non apporta disagi in danno della ricchezza pubblica e privata, della possibilità di spostamento, insomma del vivere quotidiano, semplicemente non esiste. Il Primo Maggio è così diventato occasione per qualche concerto più o meno gratuito e tante “virtù”, intese in senso culinario oltreché sociale. E già, perché, virtù, testualmente, è acquiscenza, adattamento alle necessità, piegarsi al volere altrui. Vale a dire: che sà a da fa pe' 'nu piatto de' minestra!

venerdì 28 aprile 2023

Ecco a voi le "Nozze d'argento" della Roseto-Cup

ROSETO. Che poi se per prodigio, in queste belle cittadine della costa, si potesse ottenere una legge che togliesse ai sindaci la possibilità di metter mano all'urbanistica ed ai lavori pubblici – campi nei quali combinano rovine indescrivibili – facendoli dedicare solo a sport, cultura e spettacoli – che tra l'altro a loro piace un mondo presentare – si avrebbero davvero cose belle. E sì, perché di cose belle ne accadono veramente tante da queste parti.

Si prenda ad esempio “Spiagge d'Abruzzo cup”, un torneo di calcio giovanile con 25 anni di esperienza. Quando è nato – ha detto stamattina Camillo Cerasi, storico organizzatore con la “As Roseto-calcio” – era un'esperienza originalissima. Ma tuttora, malgrado la spietata concorrenza di altre città, conserva numeri da primato.

Pensate, coinvolge 152 squadre provenienti da diverse regioni italiane più due dal Belgio, quattro dalla Croazia ed una addirittura da Kiev. Rinsalda i rapporti con le città gemellate di Makarska e Louviere. Vi si disputano 388 partite: “Quasi un campionato concentrato in due giorni”, dice sempre Cerasi. Tanto che si utilizzano anche i campi sportivi di Pineto e Giulianova, oltre Roseto naturalmente. Si apre con una sflilata assai caratteristica per le vie della città, presentata come da tradizione da Maria Rita Piersanti e Ilario Lo Russo. Conta circa 1.500 partecipanti e si stima faccia oltre 10 mila presenze.

Insomma, un'ottima manifestazione sotto diversi aspetti: sportivi, economici, promozionali. E bella è stata anche la presentazione nella sala del consiglio comunale, con i sindaci di Roseto, Mario Nugnes e Pineto, Robert Verrocchio, l'assessora allo sport di Roseto, Annalisa d'Elpidio e la consigliera comunale Simona Di Felice.

Davvero, sarebbe bellissimo se il Comune si occupasse solo di queste cose, belle appunto. Ma purtroppo decide anche d'urbanistica e paesaggio. Purtroppo, ma questo è discorso altro, naturalmente.

Il muro (di palazzi) si farà

ROSETO. Ci ha messo passione l'avvocato Fabio Celommi (foto), presidente del consiglio di quartiere “Roseto centro”, nel difendere le ragioni della Roseto che vuole ancora vedere il panorama delle colline dal mare. Ma si è scontrato contro un muro invalicabile, eretto dall'assessore Gianni Mazzocchetti a difesa del “muro” di palazzi sul lungomare: così è deciso e così si farà, la legge lo vuole, ha in pratica confermato l'assessore durante l'assemblea pubblica di ieri sera convocata appunto dal consiglio di quartiere.

Del resto, queste sono decisioni che producono disastri urbanistici a lunga scadenza. La gente subito non se ne accorge. Per cui non fanno danno ai politici di turno. Anzi, all'inizio, portano anche più consenso. Quando il danno è fatto, la gente poi capisce. Ma nel frattempo sono passati anni ed i politici in questione hanno avuto tutto il tempo di fare la loro brava carriera politica.

È anche vero però, che la politica stessa non può manovrare il popolo a suo favore se qualche eventuale stop giuridico-amministrativo bloccasse i metri-cubi auspicati. Come alla gente non frega nulla dei palazzi-muro che sorgeranno sul lungomare, infatti, men che meno importa un accidente se fossero fermati.

La battaglia è perciò si politica, ma soprattutto amministrativa-giudiziaria. Sperando, ovviamente, che qualche scucitura formale ci sia stata (e forse c'è stata) o ci sarà e che gli oppositori abbiano la forza ed il denaro per fare ricorso. Tertium non datur, dicevano i latini, ovvero: altro non v'è da fare.

mercoledì 26 aprile 2023

Così virerà la storia? Si spera di no, ma si teme di si

ROSETO. Immaginate un domani non troppo domani. È un pomeriggio d'inverno. Quei pomeriggi chiari, sereni, luminosi. Sono circa le 15:00. Tra poco il sole tramonterà. Decidete di fare una passeggiata sul lungomare di Roseto. Per assaporare un po' d'aria buona. Cosa vedete?

Bene, se procedete da sud verso nord, alla vostra destra vedete una serie di spazi strutturati. Non sono liberi. Una volta c'era la spiaggia. Adesso non vedete spazi aperti. Solo luoghi di consumo. Dove si va per mangiare e scappare. Si cucina da tutte le parti. Non sono luoghi per stare, indugiare, respirare, offrire relax alla mente. Non più. Luoghi commerciali e basta.

Alla vostra sinistra, dove un tempo potevate scorgere le colline, ora potete ammirare solo muri di palazzi molto alti. Che tra l'altro provocano un cono d'ombra sul marciapiede già nel primo pomeriggio. Non siete invogliati a proseguire. Anche perché non c'è nessuno in giro. Questi palazzoni, infatti, sono pieni d'appartamenti costosissimi, abitati solo d'estate. Una desolazione.

Allora magari vi chiedete. Ma al tempo, si tentò di fermare tutto questo? Si, qualcosa si fece. Ma tenete conto di una cosa. Quella era la cultura di una parte del potente mondo imprenditoriale dell'epoca. E quella particolare cultura dell'investimento immobiliare si trovava perfettamente in congiunzione astrale con il sentire profondo della giovane classe politica dell'epoca, che la sposava in toto. E siccome spesso i pianeti si allineano per congiurare contro il paesaggio, quella giovane classe dirigente politica dell'epoca aveva anche un ottimo rapporto con una parte del mondo ambientalista di allora. Tanto si trovavano, giovani politici e giovani ambientalisti, da fare insieme anche dei simpatici girotondi sulla spiaggia. Poi si facevano le foto e le propagandavano sorridenti. Si chiamavano selfie-dimostrativi.

Tant'è. Piuttosto deprimente, ma così pare che andò la storia.

lunedì 24 aprile 2023

Delle polemiche sul 25 Aprile non mi importa nulla!

ROSETO. Sarà, ma delle polemiche sul 25 Aprile secondo me non interessa niente a nessuno. Tolti quattro nostalgici che magari hanno per mito il senatore La Russa e, dall'altra parte, qualche minoranza che dell'antifascismo pare fare una professione politica, le persone hanno tutt'altro a che pensare. Magari passare un po' di tempo libero in santa pace. Fare un po' di shopping per negozi. Prendere un buon gelato (come ho fatto io, tra l'altro constatando che è aumentato del 50 per cento in due anni) o magari un aperitivo. Provare a passare qualche ora al mare (se non piove) approfittando della Festa della Liberazione.

Insomma, per staccare un momento dal lavoro, dalla routine quotidiana. Da quel lavoro che, spesso, è sempre più brutto, stressante, malpagato. Del lavoro che sovente non lascia spazio alla vita. Solo il Papa, seppur a modo suo, se ne è accorto. La politica a tutti i livelli, sindaci in prima fila, fa finta di non vedere.

Perché se è vero che quasi ottant'anni or sono fu riconquistata la libertà politica, la possibilità di parlare, di dire qualcosa, quasi mai l'Italia ha offerto la libertà economica. E non si è veramente liberi quando non si ha l'indipendenza economica. Quando non puoi permetterti qualche salutare “NO” senza per questo rimanere come un pulcino bagnato sotto la pioggia in una sera d'inverno. Quando non devi temere, se protesti per un sopruso sul posto di lavoro, di essere buttato fuori e finire a chiedere l'elemosina all'angolo della strada.

Diceva uno che la Resistenza l'aveva fatta davvero, pagandone il prezzo in prima persona, Sandro Pertini: “Gli uomini, per essere liberi, è necessario che siano liberati dall'incubo del bisogno”. Ed oggi si è men che mai liberi dal bisogno. Tanto più che non si lavora più per un futuro migliore, ma per un domani nebuloso ed incerto. La libertà non è dire: oh, siamo antifascisti... oh, abbiamo la Costituzione più bella del mondo, quando poi questi principi rimangono sulla carta e nella realtà avviene il contrario. Ed avviene l'opposto non solo adesso che c'è Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, ma in ogni caso e con chiunque.

La libertà è dignità sul lavoro. La libertà è un lavoro che puoi sceglierti, che ti piace. La libertà è avere tempo libero. La libertà è, come dice il Papa, leggersi un libro se ti fa piacere. Chi ha oggi questa libertà, chi può permettersela, di grazia? Tutto il resto, appunto, è polemica per la polemica. Di cui, francamente, non m'importa nulla. Anzi zero, come oggi si dice.

Buon 25 Aprile!

sabato 22 aprile 2023

No, il bilancio nooooo!

ROSETO. Quindi il bilancio lo dobbiamo temere? Persino il Pd rosetano, un moderatissimo partito che appoggiò pure Mario Nugnes al ballottaggio, è preoccupato. Teme che il bilancio di prossima approvazione sarà tutte tasse. Più una batteria mai vista di autovelox. Ed il ritorno dell'incubo semaforico non più al bivio di Santa Petronilla, ma da qualche altra parte.

Questo del semaforo sarà l'incubo peggiore. Ricominceremo con le palpitazioni di cuore: farò in tempo a passare? reggerà il verde? e se scatta mentre sono vicinissimo? che faccio? schiaccio l'acceleratore? o inchiodo appena vedo il giallo? e se la ruota si ferma un centimetro oltre la linea bianca? E giù multe. Soldi da pagare. Patente da rischiare. Ansia. Terrore di non farcela. Giornate che vanno di traverso. Umore nero pece.

Ecco, quando sarebbe bello se il Comune non avesse il bilancio. Non che ti lasci in pace anche senza, perché le tasse ci sono comunque. Ma almeno ti dà un minimo di respiro in più. Oddio che ansia, che stress: aiutooo!!! arriva il bilancio!!! nooooo!!!

venerdì 21 aprile 2023

Un debito che viene da lontano

ROSETO. Il consiglio comunale si è riunito di corsa alla vigilia del week-end del 25 aprile. Per approfittare all'ultimo momento di un aiuto che lo Stato concede sui mutui dei Comuni visti gli aumenti degli interessi che sono scattati negli ultimi mesi. Se non ricordo male, però, questo genere di debito che oggi è diventato più caro per l'aumento dei tassi, nasce circa dieci anni fa. Penso che sul web sia ancora recuperabile il post di questo blog che ne parlava.

Amministrava allora – come ora del resto – ma all'epoca da sindaco, l'ex-socialista divenuto poi di area berlusconiana, Enio Pavone. Tra l'altro Pavone amministra il Comune, in diversi ruoli, fin dal 1997, ovvero quando l'attuale sindaco Nugnes aveva 19 anni e la presidente del consiglio (di cui, essendo una signora, non si cita l'età) non frequentava forse nemmeno l'asilo. Dunque un po' meno di dieci anni fa, si verificò il primo “buco” (tecnicamente si chiama disavanzo) di bilancio. Era infatti cambiata la norma per il cosiddetto “riaccertamento dei residui”, cioè non ti potevi più portare appresso nel bilancio somme vecchie di anni che in realtà non avresti mai incassato. Fatto sta che a fronte di quelle entrate poi cassate le spese c'erano in realtà state e da qui il “buco”.

Il secondo “buco” – in sostanza per gli stessi motivi – si ebbe poi a cavallo tra l'amministrazione Pavone e la successiva, quella del sindaco Di Girolamo. E su questo Di Girolamo si lamentò per almeno cinque anni, fino a quando per chiudere il Comune dovette vendersi un terreno sul mare su cui stanno costruendo adesso un edifico enorme e talmente impattante visivamente che non può passare inosservato.

Comunque, tornando al primo caso, l'amministrazione Pavone stipulò un debito che si spalmava in trent'anni, se non sbaglio fino al 2034. Soltanto che all'inizio non si sentiva, perché i primi anni di rate erano coperti con la vendita della farmacia comunale, che Pavone aveva immediatamente disposto. Ad oggi, invece, pare che siano circa 300 mila euro in più da pagare. Lo Stato, però, ha dato la possibilità di sospendere questi aumenti in attesa di tempi migliori. Se mai verranno, naturalmente.

Di qui l'urgenza di decidere in consiglio. Si tratta infatti di somme abbastanza rilevanti, pur in tempi di grandi risorse europee per altri canali dilaganti. Per altri canali, però. E questo è il punto... appunto!

martedì 18 aprile 2023

Una giovane restauratrice ridarà smalto alla statua di Vittorio Emanuele

Valentina Muzii

GIULIANOVA. Sarà restaurata la statua dedicata al Re Vittorio Emanuele II a Giulianova. Per chi non è di Giulianova, si tratta di una scultura posta nella piazza della Libertà, che guarda un pò di tre-quarti sia il Belvedere che il “Paese”: così è chiamata dai giuliesi la parte storica della città. Una posizione non casuale, perché è proprio nella piazza che, tipica di fine Ottocento – primo Novecento apre come molte città di mare appunto... al mare! Rompe cioè con la città-murata di carattere medievale e si rivolge all'Adriatico, ove passava la nascente ferrovia e quindi il “progresso”, come si usava all'epoca definire il treno.

Ora questa statua al Re dell'Unità d'Italia, che dunque nel 1860 “scendeva” lungo l'Adriatico dal Piemonte per andarsi a prendere (diciamo così per intenderci) il regno del sud conquistato per lui da Garibaldi; questa statua si diceva non è una qualsiasi. La realizzò infatti Raffaele Pagliacetti intorno al 1886. E Pagliaccetti è stato scultore giuliese assai famoso nell'Italia del suo tempo. Tuttora è intitolata a lui la scuola media che stà proprio di fronte nella piazza stessa.

Perciò quando il sindaco, Jwan Costantini, si è sentito offrire dal gruppo medico d'Archivio il restauro dell'opera è ovviamente rimasto molto contento. Tanto che questa mattina ha presentato l'iniziativa alla stampa nella sala del consiglio comunale. Alla presenza, tra gli altri, del dottor Claudio d'Archivo, titolare del gruppo medico che opera in città da 25 anni. E questa è un'altra data non causuale, in quanto proprio il venticiquennale dell'azienda ha suggerito il gesto di mecenatismo. Del resto il gruppo d'Archivio si avvale, per la parte culturale, della sapienza di Sandro Galantini, che è un po' la memoria storica Giuliese e non solo giuliese e che molto ha scritto nel tempo anche di Pagliaccetti.

Insomma, non un semplice restauro del bronzo dell'opera, che di per sé ne aveva bisogno per via dell'ingiurie del tempo, ma tutto un complesso di relazioni con la storia del luogo e le vicissitudini che la distinguono. Così l'arduo compito materiale di occuparsi proprio... della materia, cioè del bronzo e della pietra del basamento, ricade sulle spalle di una giovane restauratrice teramana, Valentina Muzii, con cui collaboreranno Laura Petrucci ed Ilaria Ercoli. Il ponteggio, invece, sarà offerto dalla ditta “Coccia” della vicina Mosciano S.Angelo.

La giovane, ma esperta restauratrice, con trascorsi di studi anche in quel di Firenze, ha detto che opererà con tutte le tecniche e le competenze tecnologiche del nostro oggi, avendo però cura di conservare la patina del tempo. Tutta una serie di iniziative divulgative collaterali, inoltre, affiancheranno la fase di cantiere, che si annuncia dunque molto “partecipata” dall'attenzione generale, come già questa mattina si è peraltro avuto modo di osservare durante la conferenza stampa.

sabato 15 aprile 2023

Gli arzilli vecchietti: l'ultima (o la penultima) generazione fortunata

Appartengo ad una generazione fortunata. Quella dei circa sessantenni. Nel mio caso, poi, ancor di più. Perché non ho figli (per fortuna) da sistemare e non ho più (purtroppo) genitori anziani da accudire. Ma forse più fortunata della mia c'è la generazione precedente, quella degli arzilli vecchietti 80-90enni.

Oddio arzilli! mica sempre. Quanti ne conosco che escono di casa la mattina ed invece di andare a prendere il caffé entrano nell'ambultorio di qualche medico. Da lì a “fare le analisi” è un attimo. Quando non hanno bisogno di visite specialistiche e, non di rado, di ricoveri o cure ospedaliere. Insomma, più che vita un'odissea tra ambulatori-laboratori-farmacie-reparti-di-degenza, quell'età.

Gli under-80 di oggi, comunque, sono i genitori della generazione del baby-boom degli anni '60. Hanno cioè figli 50-60enni. Che in tanti casi si prendono cura di loro, oltre che dei propri di figli, cioè i nipoti degli under di cui sopra. Li accompagnano. Li aiutano nelle pratiche burocratiche. Li assistono nelle faccende domestiche. Tutto il peso del lavoro e della famiglia ricade in questi casi soprattutto sulle donne di media-età, visto che i maschi il più delle volte chiacchierano solamente. Naturalmente quando le famiglie sono mediamente benestanti e vanno d'accordo, beninteso.

Ebbene, oltre ad essere una fonte cospicua di reddito per l'industria farmaceutica, questa situazione è purtroppo destinata a cambiare. Quando la generazione dei boomers, cioè dei sessantenni odierni, arriverà alla “vecchiaia” essa stessa, non potrà contare sull'assistenza che loro hanno prestato ai genitori molto anziani. Perché le famglie sono più piccole ed i figli sono spesso all'estero per lavoro. E perché gli stipendi dei figli, anche vi fossero, sono nella gran parte dei casi talmente miseri da non garantire nulla, figurarsi un'assistenza.

Potrebbe essere, quella degli 80enni, l'ultima generazione fortunata. Hanno vissuto il boom-economico, la sicurezza del posto fisso, il lavoro che rendeva bene. In qualche caso sono riusciti a trasmettere ai figli una posizione ed una eredità. Ma, passata questa fase, sull'avvenir non v'è certezza come cantava il poeta. L'avvenire è infatti degli orsi piuttosto che dei cinghiali. E non è detto che il passaggio al mondo animale, in tutti i sensi, garantisca migliori risultati. Chi vivrà vedrà, allora.

E buon week-end

venerdì 14 aprile 2023

Un'isola per ricchi?

ROSETO. Non c'è solo l'aspetto paesaggistico nella faccenda dell'altezza degli edifici sul lungomare, che il sindaco Nugnes ed i suoi consiglieri vogliono a tutti i costi. C'è anche un altro aspetto, sottovalutato, ma per certi versi ancor più importante: le conseguenze sociali dell'operazione urbanistica.

Le sostituzioni edilizie già in atto, nonché quelle prossime sono infatti indirizzate verso edifici di lusso. Appartamenti costosissimi, accessibili solo da una clientela turistica facoltosa. Cosa vuol dire? Significa che quella zona potrebbe diventare per soli ricchi. Una zona abitata solo l'estate, tra l'altro producendo il caos dei parcheggi e vuota d'inverno, quando potrebbe restare preda di ragazzi che vanno lì a farsi due... tazze, diciamo così.

Quel pezzo di città perderebbe così la sua integrazione sociale. Diverrebbe un tratto mono-ceto. Proprio come una qualsiasi area turistica abitata solo in certi periodi dell'anno. Le persone meno danarose non potranno infatti permettersi quei prezzi. Così anche i negozi della zona, ad esempio, non saranno più quelli che servono a chi vi abita, ma solo a chi va lì d'estate.

Un vero trapianto sociale, insomma. Che passerà purtroppo senza colpo ferire. Non è questione solo di altezza, difatti, ma anche di esclusione di determinate fasce sociali da quel pezzo di città. Non so se questa cosa vien fatta con cognizione di causa oppure senza rendersene conto.

giovedì 13 aprile 2023

Il tennis e la società

ROSETO. Nella settimana tra il 16 ed il 23 aprile a Roseto si terrà un prestigioso torneo di tennis. Si intitola “ATP Challenger tour”. È di livello professionistico internazionale. È organizzato principalmente dalla Regione Abruzzo con la fattiva collaborazione del Comune di Roseto e del locale “Tennis club Roseto”.

Si stima che l'appuntamento tennistico – illustrato alla stampa questa mattina alla presenza del sindaco, Mario Nugnes e dell'assessora allo sport, Annalisa d'Elpidio – possa portare in città almeno un migliaio di presenze. Già gli atleti ed i loro accompagnatori sono qualche centinaio. Gli organizzatori, in particolare il tennis-club rosetano, che conta 35 anni di esperienza, hanno coinvolto anche le scuole della provincia di Teramo. Saranno 4-5 mila gli studenti che, durante la settimana, verranno a vedere le gare. L'ingresso sarà comunque gratuito per tutti, al fine di avvicinare quante più persone possibili al tennis.

Questo torneo – s'è detto stamane – cade in una data particolarmente propizia, in quanto prossima ad appuntamenti romani e non solo. Si spera dunque anche in un indotto promozionale indiretto per Roseto, oltre quello diretto relativo all'ospitalità turistica legata allo specifico evento. Insomma, una vetrina notevole.

Pensavo, partecipando alla conferenza stampa, come è cambiato il tennis con il mutare della società. Causa la mia età per nulla verde, nei miei trascorsi fieramente a-sportivi, ricordo il tennis come sport d'elite, praticato da affermati imprenditori e professionisti. Poi, verso la fine degli anni '70 del Novecento, complice la televisione ed i grandi campioni di allora, il tennis assunse anche un'aria anticonformista, di contestazione se volete un po' snob. Oggi invece, nella strana nostra post-democrazia, il tennis è per paradosso molto più “democratico”. Si è aperto e così si è anche diffuso un po' a tutti.

Queste palline che rimbalzano sulla terra rossa sono un pò una lettura del nostro tempo. Che peraltro è un tempo di per sé illeggibile. Ma ecco che in una realtà medio-piccola come Roseto, tu vedi bene questo scambio tra un (ex)alto ed un (ex)basso, come si sarebbe detto nella vecchia società. E poi vedi la realtà concreta, economica, volontaristica del luogo. Il saper fare organizzativo. La partecipazione attiva di tutti i protagonisti. Che non è solo nel tennis: è in Roseto. Ed è quello – al di là della politica del momento – che a mio avviso regge l'economia turistica della città. Uno spirito concreto che sa muoversi. E porta una città medio-piccola a misurarsi con realtà che hanno tutt'altri mezzi e tutt'altri bacino demografico.

Ogni volta che mi capita di assistere a manifestazioni pubbliche rosetane, che siano culturali o sportive, è questo entusiasmo pragmatico che mi colpisce. Che in Roseto, ed un po' nelle realtà costiere, si vede benissimo. Ed è forse il vero patrimonio immateriale della nostra società.

martedì 11 aprile 2023

Lettera aperta

al direttore generale della ASL di Teramo, dottor Maurizio Di Giosia;

al sindaco di Roseto degli Abruzzi, dottor Mario Nugnes

Egregie Autorità Sanitarie,

scrivo per riferire quanto mi è stato raccontanto alle ore 16:46 di oggi da una persona che conosco da anni, peraltro nota a Roseto per alcune attività culturali che l'hanno vista tra le organizzatrici. Non è opportuno, per ora, fare il suo nome, che comunque è a vostra disposizione se volete. È importante il caso.

Dunque la signora frequenta da tempo, per problemi fisici purtroppo non lievi, un centro sanitario prossimo al centro di Roseto, diciamo leggermente a sud del centro stesso. Anche qui, per ora, non ritengo importante il nome, che potrà esser fatto dalla signora stessa se vorrà. Finora è sempre stata accompagnata dall'ingresso alla sala delle cure dal personale della struttura. Lei arriva in strada con il suo “tricicolo” dedicato, parcheggia e viene aiutata ad entrare nell'ambiente nel quale deve accedere affinché possa eseguire quel che serve alla sua salute.

Senonché questa mattina – mi ha riferito – è stata avvertita che tale accompagnamento non potrà più averlo. Per ragioni che non sono ben chiare. Dovrà provvedere lei stessa a farsi accompagnare. Cosa che non le è possibile. E che, in ogni caso, anche le fosse possibile, lederebbe la sua autonomia ed anche – ascoltando la voce indignata con la quale mi ha telefonato – la sua dignità di persona. Di persona assai amante della propria autonomia e del non pesare – nonostante le evidenti difficoltà – su altri.

Mi ha anche riferito che giovedì mattina, 13 aprile, alle 9:40, qualora la situazione si ripresenti, lei è disposta a rendere pubblica con gesti vistosi questa sua disavventura di donna in primis, di cittadina in secondo luogo, di “persona” al di sopra di tutto. Anche perché il caso non pare riguardare solo lei stessa, ma anche altri utenti del centro di riabilitazione in questione.

Egregie Autorità Sanitarie,

più volte – e qui il riferimento va in particolare al Sindaco – vi ho sentito pronunciare la parola “solidarietà”; più volte avete celebrato anche Premi in tal senso; più volte avete divulgato a mezzo stampa l'importanza della solidarietà.

Ora, se questa parola ha un senso ecco un'occasione per dimostrarlo. Se la politica – vale anche qui per il Sindaco – ha un significato, questo è il tempo di farlo vedere. Vada il Sindaco stesso, con tutto il consiglio comunale o vadano i singoli consiglieri che possono andare giovedì mattina, ed abbraccino loro, tutti insieme, la signora M. (uso solo l'iniziale del nome di battesimo) affinché possa continuare a frequentare come ha sempre fatto, nelle stesse condizioni di fatto e di diritto sostanziale, di diritto umano direi, la struttura che ahimé è costretta dalla vita, dalle sorprese incredibili della vita appunto, a frequentare.

Nella speranza che si accolga questa nota pubblica nella forma e nello spirito che essa ha cercato di manifestare, si porgono i più cordiali saluti

Ugo Centi

Inceneritore, no grazie

ROSETO. Alle porte di Roseto si vorrebbe piazzare un inceneritore. Per la precisione il luogo è nel comune di Atri, contrada “Stracca” di Casoli. L'impianto si chiama tecnicamente “di co-incenerimento”. Ma è talmente vicino a Roseto e Pineto che anche quest'ultimo Comune è in allarme. A Roseto tra i primi a sollevare il problema è stato il consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe. A Pineto, lo stesso sindaco Verrocchio ha prodotto osservazioni, così come ad Atri, ovviamente.

Lo vuole realizzare una azienda del bergamasco. La preoccupazione è per i fumi che potrebbero uscire dal camino. In quanto – dice il comune di Pineto – impianti ad inquinamento zero non esistono. Nella zona ci sono molti campi coltivati, non poche abitazioni, varie attività commerciali e, a circa 500 metri, pure una scuola, nonché una struttura ove soggiornano ragazzi con disabilità.

Si ci appella insomma al principio di precauzione. Anche perché – si teme – una volta rotto l'argine con questa azienda va a finire che tutti vogliono farsi l'impiantino dei rifiuti. Si spera dunque nel No di Regione ed enti interessati. Meglio: è questo l'augurio.

Quanto a Roseto, tuttavia, l'argomento non è ancora molto dibattuto. Tranne il consigliere di Fratelli d'Italia, come s'è detto, non è che gli altri, a livello politico, stiano facendo chissà cosa. Anzi... quasi niente, pare.

domenica 9 aprile 2023

L'orso come mascotte

La vicenda dell'orso che ha sbranato quel povero giovane nei boschi del Trentino dovrebbe far riflettere su certo ambientalismo mercantilistico. Su quell'ambientalismo cioè che usa gli animali, orsi in particolare, come mascotte promozionali; quasi fossero peluche acchiappa turisti; prodotti di marketing territoriale e di post cattura like.

E questo avviene in una società che, per altri versi, è invece ossessionata dalla sicurezza. Che anzi usa la sicurezza insieme al cosiddetto “diritto alla salute” come novelli manganelli contro la Libertà.

Da una parte, dunque, c'è la presunta tutela dell'uomo fino al punto di togliere la libertà e dall'altra l'esposizione dell'uomo stesso all'aggressione della natura e delle belve che ormai assediano anche le città dato che, ove mancano gli orsi, sono lupi e cinghiali a farla da padroni.

L'unica specie non protetta è così l'uomo, preda di fiere e di utilizzi a fini progandistici e commerciali delle stesse. Abbiamo deciso che gli orsi fanno promozione e attraggono masse di turisti fotografanti. Se qualche volta l'orso fa anche l'orso e mangia qualcuno; se invade una strada di notte e magari fa sbandare e rischia di ammazzare qualche malcapitato – che può essere in teoria anche una mamma con bambini che torna a casa dal lavoro – pazienza: la colpa, per codesto ambientalismo consumistico è sempre dell'uomo: quasi che loro, i sostenitori della cosiddetta cultura ambientalista, non fossero appartententi al genere umano, ma venissero da un altro pianeta.

Si intitolava un vecchio film: Il pianeta delle scimmie. Ecco, manca forse un film sul pianeta degli orsi.

venerdì 7 aprile 2023

Un "Tavolo" per il Saffo. Basterà?

un momento dei lavori del consiglio comunale
ROSETO. Della questione liceo “Saffo”, ovvero del dove piazzare l'eventuale nuovo edificio che dovrebbe sostituire l'attuale malagevole sede, se ne parlerà in un “Tavolo”. Si faranno cioè degli incontri con Provincia, scuole, rappresentanze degli studenti anche, eccetera. Lo ha chiesto, con una mozione consiliare, Teresa Ginoble. Ma il consigliere di maggioranza Christian Aceto, che rappresenta una lista che si chiama “Under”, subito ha detto che ci aveva pensato prima lui. Anzi, che il merito del “Tavolo” è suo e non bisogna “strumentalizzare”.

Vabbé, il problema però non è chi per primo ha pensato al “Tavolo”. Il punto è molto più semplice. Vale a dire: di fatto – senza che nessuno lo ammetterà mai – la destinazione del “Saffo” rimarrà in centro a Roseto solo se non interferirà con le prossime future lottizzazioni edilizie. Lo spazio reale per costruire la scuola è un ex-fornace. Ma lì, se vuoi farlo, devi dare una perequazione urbanistica: devi cioè ammettere metri cubi residenziali. Nei pressi, però, c'è anche l'enorme area verde che va, per capirci, dagli (ex?)ulivi sulla statale fino al mare. Da quelle parti, prima o poi, nasceranno probabili palazzine residenziali. Poi c'è il lungomare, con tutti gli attici che verranno di cui si è detto anche qui, nei post precedenti.

Ora, se le migliori di queste lottizzazioni, specie sul lungomare, non avranno problemi di mercato essendo, visti i prezzi che corrono, riservate a magnati o giù di lì, tutte le altre case si debbono pur vendere. Mettendoci pure quelle che comunque usciranno dal nuovo piano regolatore, sono una marea di appartamenti. Chi se li compra?

Perché guardate, tolto il lungomare appunto appetibile, non è che Roseto sia Montecarlo che attira tutti i ricconi del pianeta. Noi qui solo case offriamo, perché il mare è davvero bellissimo, ma non è che lo abbiamo solo noi. Perciò la questione “Saffo”, al di là dei “Tavoli”, si risolve se si viene a capo della questione “case”. E la politica, tutta, dovrebbe esser più chiara in tal senso. Proprio quella chiarezza che non avrà mai. L'impressione, insomma, è che non basti un “Tavolo”: occorrerebbe un po' di chiarezza, il che è... chiaramente (gioco di parole cercato) un pochettino più tosto.

giovedì 6 aprile 2023

Nell'uovo di pasqua del consiglio comunale la maggiore altezza degli edifici sul mare

ROSETO. I soldi per la “sicurezza” sono stati spesi anche per pagare le bollette di gas e luce del Comune. È stata anche questa la sorte delle risorse reperite a suon di stangate sui malcapitati che non si sono accorti di aver posato una ruota un centimetro oltre la linea del semaforo “intelligente” al bivio di Santa Petronilla. Lo si è appreso durante il consiglio comunale pre-pasquale, grazie ad una mozione presentata dalla consigliera d'opposizione, Teresa Ginoble. La quale mozione chiedeva di usare parte degli oltre 200 mila euro di quelle multe per riparare i tanti semafori rotti in città. Ma la maggioranza Nugnes-Marcone ha detto no. Il vice del sindaco, Marcone appunto, ha infatti garantito che ai semafori penserà lui, salvo che lo farà in tre anni e mezzo.

Quindi rassegnamoci: per i prossimi tre anni e mezzo quando attraversiamo la strada “in sicurezza” dove i semafori sono rotti o non funzionano, proviamo a dire “Alexa... pensaci tu”! Chissà se l'intelligenza artificiale ci ascolti! Sperando ovviamente che, nel frattempo, non ci stenda qualche motocicletta-elettrica, detta "e-bike”. Ma lì il semaforo c'entra poco. Infatti le motociclette-elettriche dette “bici”, hanno “licenza” di passare anche con il rosso, visto che nessuno gli dice niente. Però, siccome loro sono ecology-friendly, tanto di cappello: hanno la precedenza su tutti.

Ma non è questa l'unica novità del consiglio pre-pasquale. Si è anche deciso, infatti, che la Segretaria comunale, dottoressa Raffaella d'Egidio, avrà un doppio incarico. Oltre la direzione del comune del Lido delle rose, si occuperà anche di quella del comune di Mosciano S.Angelo. E questo, ha assicurato il sindaco, Mario Nugnes, accrescerà anche il nostro peso dentro l'Unione dei Comuni, ente che si occupa di appalti nel sociale e non solo.

Si teme possa accrescersi, su tutt'altro versante invece, anche il peso del cemento-edilizio. La maggiore altezza degli edifici sul mare, voluta con tutte le sue forze dal sindaco e dalla sua maggioranza tutta “Azione”, ha infatti superato il voto dell'Aula. Ma qui non bisogna rifugiarsi dietro il suono delle parole. Qui bisogna parlare senza infingimenti. È un dato di fatto, vale a dire, che oggi costruire appartamenti sul mare è un affare. Si vendono bene ed i ricconi li comprano all'impronta. E, da quando mondo è mondo ed ovunque almeno in questa parte di mondo, la politica cerca di agevolare ed inseguire le aspettative del mercato immobiliare. Sono gli spiriti brutali del mercato; gli animal-spirits del capitalismo, come direbbe l'ex-ministro Giulio Tremonti. Quindi pazienza se non si vedranno più le colline dal mare ed il mare dalle colline sarà, come dice l'ex-sindaco Sabatino di Girolamo, nell'ombra degli edifici. Tanto basta per il momento.

Nessuna sorpresa nell'uovo di pasqua del consiglio comunale, dunque. Tutto secondo programma.

martedì 4 aprile 2023

"Nugnes il cementificatore"

Francesco di Giuseppe
ROSETO. Lo ha paragonato, sotto l'aspetto urbanistico, ad un “Unno”, cioè un seguace di una urbanistica aggressiva. L'autore della definizione è Francesco di Giuseppe, consigliere comunale di Fratelli d'Italia. Ed il motivo è una variante parziale al piano regolatore, che tra l'altro, ha la particolarità di consentire l'aumento delle altezze degli edifici sul lungomare.

Cosa ne penseranno i tecnici incaricati di ridisegnare il piano regolatore? Si è chiesto Di Giuseppe, osservando che la spesa per questa revisione urbanistica è di ben 182 mila euro. I cambiamenti che l'amministrazione Nugnes vuol approvare – sottolinea il consigliere di Fratelli d'Italia – non portano beneficio all'economia turistica della città, ma solo nuovi appartamenti-muro sul mare.

Ma non solo i tecnici del Prg, ma anche gli ambientalisti – osserva Di Giuseppe – che ne dicono? Che ne dice la rappresentanza verde-ambientalista? Che ne dicono di questo consumo di suolo?

Insomma, una opposizione intransigente quella di Di Giuseppe e di Fratelli d'Italia di Roseto rispetto alla politica urbanistica della Giunta Nugnes, che rischia di replicare qualche concetto da anni '50 del Novecento piuttosto che un'ipotetico due-punto-qualcosa dell'oggidì.

sabato 1 aprile 2023

Così è se vi pare (ed anche se non vi pare)

ROSETO. Basta fermarsi per un caffé in qualche bar solitamente non frequentato da radical-chic, alti burocrati o professionisti-in, per ascoltarli i discorsi della “gente” davanti ad una buona colazioncina. Difatti operai o addette/addetti ai servizi non parlano di politica, di diritti civili e nemmeno delle paghe: sanno che ormai tocca lavorare per stipendi appena da sopravvivenza e parlarne non serve, tanto o “questa minestra o quella finestra”, essendo il mondo stabilmente nelle mani dei cosiddetti datori di lavoro.

Il primo argomento, difatti, è la salute. Non si ha idea di quante persone non stanno bene. Così è di cure, visite mediche, ricoveri e purtropppo anche interventi chirurgici che si discute. Seguono subito dopo le feste di compleanno, di matrimonio o quant'altro. Specie se ci sono di mezzo i bambini, per queste cose non si bada a spese. Il terzo argomento sono i pranzi, le ricette, le prelibatezze fatte in casa o ricercate nei ristoranti: c'è una competenza maschile e femminile in materia da far impressione. Può sembrare una contraddizione rispetto alle paghe bassissime, ma tant'è.

La politica locale si preferisce non toccarla per nulla. Tranne qualcuno che magari è arrabbiato per qualche torto o qualche promessa mancata. Ma se accenni l'argomento è più facile sentir deviare il discorso. Del resto, nei piccoli centri, sono tutti amici e parenti: fa brutto discuterne pubblicamente. E poi, “si può sempre avere bisogno” di questi qua. Magari si sfoglia il giornale sul bancone, ma quasi sempre va a finire sulla pagina dello sport.

Adesso che arriva la primavera, poi, è la moda l'altro tema preferito tra le tazzine di caffè. La politica dovrebbe sapere che il suo mondo viene considerato spesso a parte; un mondo molto fortunato, ma purtroppo per pochi. Non necessariamente i più bravi, forse i più furbi, senz'altro gli unici che possono darsi le pagelle da soli e promuoversi immancabilmente. Chi lavora, infatti, deve sottostare al giudizio implacabile e qualche volta crudele del “capo”. Chi fa politica invece inforca un social qualsiasi, tira sù una fotina ben in posa, si mette in mostra e dice: ma quanto sono bravo io... ma quanto sono bravo...! E qualcuno va a finire gli piazza pure sotto un “mi piace” d'ordinanza: non si sa mai vanno a controllare se l'ho messo.

Così va il mondo, oggi.